Le Linee guida per prevenire lo sviluppo di aflatossine nel mais

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Le condizioni climatiche della scorsa estate hanno avuto severe conseguenze sulla qualità dei raccolti di mais, riportando alla ribalta il problema della contaminazione da aflatossine. Non essendo ammesse deroghe ai limiti in vigore, i Ministeri della Salute e delle Politiche agricole, hanno pubblicato un documento contenente le “procedure operative straordinarie per la prevenzione e la gestione del rischio contaminazione da aflatossine nella filiera lattiero casearia e nella produzione del mais destinato all’alimentazione umana e animale”. Il testo, indirizzato alle aziende ed alle autorità di controllo, indica come ridurre i livelli di aflatossine nel mais mediante tecniche di pulizia o altri trattamenti fisici. La nota non riguarda la produzione primaria. I limiti di legge sul tenore massimo di aflatossine nel mais ad uso alimentare sono definiti dal Reg. n. 1881/2006/CE che ammette il ricorso a tecniche di decontaminazione tramite cernita o altro trattamento fisico. I limiti di legge sul tenore massimo di aflatossine nel mais ad uso zootecnico sono definiti dal Reg. n. 574/2011/UE che prevede per tutte le materie prime per mangimi un contenuto massimo di 20 ppb di Aflatossina B1. Per il rientro nei limiti la normativa ammette il ricorso a pulizia, altro trattamento fisico o detossificazione ( per i soli prodotti destinati all’alimentazione animale). È invece vietata la miscelazione di lotti conformi e non conformi. La nota dei Ministeri è suddivisa in Procedure ed Indicazioni Operative. Tutte le aziende che raccolgono, stoccano, essiccano mais destinato all’alimentazione umana ed animale, devono predisporre specifiche procedure, corredate da registrazioni di dati relativi a metodi di campionamento, i metodi di analisi, i metodi di smaltimento, i criteri di identificazione dei lotti. Con queste misure l’operatore gestisce il rischio della contaminazione da aflatossine. Ogni centro di stoccaggio deve avere una procedura di campionamento che permetta di valutare il prodotto ricevuto ed immesso nel proprio processo produttivo. La procedura di campionamento deve fare riferimento ai Reg. 401/2006 (mais uso umano) e 152/2009 (mais uso zootecnico). Il risultato dell’analisi determina la conformità del lotto. Per l’analisi è possibile utilizzare diversi metodi: il metodo ufficiale (HPLC) o metodi “rapidi” di screening immunoenzimatici o a fluorescenza. I prodotti di risulta del processo di decontaminazione devono essere smaltiti in modo sicuro e non devono entrare nella catena alimentare.

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