Pectine a misura di cliente

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Una scelta inusuale
Una carriera che si è sempre svolta all’insegna dell’attività tecnico-commerciale, perché questa scelta inusuale per un tecnologo alimentare?

Mi sono appassionata alla tecnica NIR durante gli anni trascorsi all’Istituto Sperimentale Lattiero Caseario di Lodi. Questa esperienza ha reso il mio curriculum interessante in per due case produttrici di strumenti analitici. L’attività di NIR Product specialist mi ha permesso di viaggiare moltissimo, di entrare in contatto con le più svariate realtà produttive in settori altrettanto diversi: alimentare, farmaceutico, petrolchimico, zootecnico, industria dei polimeri. Una vita così movimentata, però, mal si conciliava con le esigenze d’una famiglia divenuta improvvisamente numerosa: 3 figli, tutti maschi, nel giro di due anni, i secondi arrivati contemporaneamente. Ho colto l’opportunità di lavorare con un caro amico, anch’egli tecnologo alimentare, in una realtà che mi consente di conciliare bene lavoro e famiglia.

Tutte le aziende per cui ha lavorato non sono italiane. E’ stato un caso o non ci sono aziende italiane in grado di offrire i medesimi servizi o le medesime opportunità di carriera?

In realtà tutte le aziende per le quali ho lavorato sono tedesche. Il fatto che due di queste siano nei pressi di Karlsruhe è casuale. Meno scontato è invece l’assenza di aziende italiane che producano gli stessi beni.

Cosa significa rappresentare un’azienda straniera in Italia? Come si aprono questi mercati?

Non credo che rappresentare una società straniera, specialmente se si tratta di multinazionali europee, sia significativamente diverso dal rappresentarne una italiana, soprattutto perché la mia esperienza è con società che hanno filiali in tutto il mondo. A volte è richiesta qualche “acrobazia” per conciliare mentalità, approcci e mercati diversi. All’estero la realtà industriale italiana sembra sempre un po’ anomala, basata com’è su realtà di piccole o medie dimensioni, addirittura gestioni familiari, rispetto ai mercati del resto dell’Europa.

Tante informazioni dalle tecniche spettrofotometriche

Che differenze ci sono tra gli spettrofotometri FTIR, NIR, RAMAN? Per cosa sono utilizzati?

Gli strumenti NIR e IR utilizzano zone diverse dello spettro infrarosso per ottenere informazioni quali – quantitative sui prodotti da analizzare. Le informazioni ricavabili utilizzando le lunghezze d’onda del medio infrarosso (4000-200 cm-1) danno indicazioni molto accurate sulla composizione del campione, una sorta d’impronta digitale, usata per identificare il prodotto analizzato. E’ una tecnica molto diffusa nell’industria farmaceutica e nel settore dei polimeri sia per le analisi routinarie, sia per la ricerca. La spettroscopia RAMAN complementare alla spettroscopia infrarossa, è comunemente utilizzata in analisi chimica e in studi sulla struttura dei composti chimici. Permette di indagare anche molecole inattive all’infrarosso. La tecnica NIRS (1100-2500 nm) è quella che meglio si adatta alle esigenze qualitative e quantitative del settore alimentare, perché non richiede preparazione del campione. É una tecnica non distruttiva che permette di utilizzare per le ottiche e per i sistemi di campionamento materiali in vetro, trasparenti alle lunghezze d’onda del NIR. La possibilità d’usare fibre ottiche per il trasporto del segnale consente il campionamento a distanza e le analisi in linea. Gli strumenti sono semplici intuitivi e robusti, i risultati sono affidabili. Ha molte applicazioni non solo nel settore alimentare ma anche in campo farmaceutico, per il riconoscimento delle materie prime in ingresso in magazzino e nell’industria dei polimeri.

Quali sono le principali evoluzioni nel settore del dosaggio alimentare?

Molto è stato fatto per venire incontro alla richiesta di un numero crescente di controlli, da parte del legislatore e dei produttori per garantire la stabilità della qualità della produzione.