I tenori di arsenico nel riso non destano preoccupazioni

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FDA ha pubblicato i risultati dei nuovi test condotti per valutare la presenza di arsenico nel riso. Il monitoraggio è stato avviato nel 1993 e da allora non si sono registrati cambiamenti significativi. Oggi, le nuove tecniche analitiche consentono di approfondire l’indagine e di distinguere tra arsenico organico ed arsenico inorganico (il più pericoloso); sommandoli si ottiene l’arsenico totale. Il riso è un alimento base per molte persone ed FDA userà questi nuovi strumenti per valutare le conseguenze di un’esposizione di lungo periodo alle piccole quantità di arsenico inevitabilmente presenti nel riso e nei prodotti da questo ricavati. L’arsenico si trova nell’acqua, nell’aria, nel suolo e negli alimenti, in quanto naturalmente presente nell’ambiente o derivante da attività umane. FDA ha analizzato 1300 campioni di riso e derivati senza riscontrare livelli tali da destare, a breve o lungo termine, preoccupazioni per la salute. I campioni considerati comprendono riso tal quale (bianco, jasmine, basmati), cereali per la prima colazione, pasti per la prima infanzia, barrette, snack, biscotti, dolci, dessert, pudding, bevande, birra, vino di riso, acqua di riso. Nel riso tal quale l’arsenico inorganico era compreso tra 2,6 e 7,2 microgrammi per porzione; i valori più bassi riguardavano il riso istantaneo, i più alti il riso integrale. Nei prodotti a base di riso l’arsenico inorganico variava da 0,1 a 6,6 microgrammi per porzione, con gli alimenti per neonati ai livelli più bassi e la pasta a base di riso a quelli più alti. Le analisi hanno permesso di trarre conclusioni di carattere generale sul settore, ma non di entrare nel merito dei singoli marchi, anche perché le aziende acquistano riso da più fonti e lo stesso prodotto può presentare di volta in volta variazioni significative. FDA utilizzerà i dati raccolti per predisporre uno strumento di valutazione del rischio atto a ad indirizzare l’Agenzia verso nuove azioni.