Brasile, opportunità in crescita

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Rapporti economici in crescita

I rapporti economici tra Italia e Brasile sono in forte crescita, con il Bel Paese che guarda sempre più al mercato brasiliano, che può vantare le prospettive di espansione tra le più interessanti al mondo. Nel primo semestre 2010, secondo un dossier Ice, l’Italia è il terzo partner commerciale europeo del Brasile, dopo Germania e Francia, e nono in assoluto, con un interscambio nei sei mesi di 4,093 miliardi di dollari (1,887 miliardi l’import e 2,206 miliardi l’export). Circa tre quarti dell’export brasiliano verso l’Italia sono rappresentati da materie prime o prodotti semimanufatti, mentre solo un quarto è costituito da prodotti manufatti: le principali voci merceologiche importate dal Brasile sono materie prime (in particolare ferro), pasta chimica di legno, pellami, caffè, semilavorati e carne. Le importazioni di beni dall’Italia invece si concentrano nei settori in cui il Made in Italy è tradizionalmente affermato (meccanica strumentale e altri prodotti a media tecnologia). I prodotti più venduti sono: accessori per trattori e autoveicoli, oli lubrificanti, valvole a sfera, macchine per imballaggi, elicotteri, barche a motore.

I settori significativi in termini di penetrazione commerciale italiana nel mercato brasiliano continuano ad essere quelli della meccanica e delle medie tecnologie. Affermate, ma non quanto le potenzialità del mercato consentirebbero, sono tutte le attrezzature collegate alla filiera dell’agro-industria, dell’alimentare e dell’imballaggio. Esistono, quindi ampi margini di penetrazione commerciale in questo settore. Da anni il Brasile è considerato un mercato irrinunciabile per le aziende italiane con una forte propensione export, e uno dei principali mercati di sbocco per i macchinari italiani per il processing e il packaging. Per entrare nel mercato brasiliano, le aziende italiane devono conoscere non solo il settore di riferimento, ma anche gli aspetti legali correlati alla vendita di macchine e alla costituzione di società e partnership con soci locali, problematiche doganali in relazione ai pesanti dazi all’importazione presenti sul mercato brasiliano, legislazioni e norme tecniche vigenti, aspetti finanziari correlati a pagamenti, linee di credito e così via. Le migliori opportunità per le aziende italiane in Brasile, secondo l’Ice, “si presentano attraverso un radicamento nel mercato, che può essere attuato attraverso investimenti diretti, accordi di collaborazione industriale o joint-venture, e che preveda trasferimento di tecnologia”. Per quanto riguarda le modalità di penetrazione del settore e del mercato è bene sapere che negli ultimi anni sono stati introdotti vincoli per contrastare la concorrenza alle aziende interne. Secondo la legislazione brasiliana, l’importazione di macchinari e attrezzature usati è consentita se non è disponibile un’equivalente produzione nazionale. Per lo stesso motivo, i dazi doganali per l’importazione di macchinari ed attrezzature produttivi nuovi deve essere oggetto di verifica da parte del Dipartimento delle Operazioni di Commercio Estero, che ne controlla la similarità rispetto alla produzione nazionale.

Macchine per il confezionamento e l’imballaggio

Il Sud America per i costruttori di macchine per il confezionamento e l’imballaggio vale il 10,5% delle esportazioni (dati Ucima 2011). Secondo elaborazioni del Centro Studi Ucima, le esportazioni in Brasile sono cresciute nel 2012 del 19,7% in valore rispetto all’anno precedente. L’importazione totale di macchine automatiche in Brasile sta crescendo di anno in anno: 510,1 milioni di euro nel 2012, contro i 480,5 milioni di euro dell’anno precedente. Il mercato si presenta quindi molto ricettivo e tutto da sfruttare. La Germania detiene il primato di Paese esportatore (31,3%), ma perde nel 2012 l’1,4%, mentre l’Italia consolida il secondo posto (nel 2012 quota di mercato del 30,8% ) con una crescita del 3,5%, meglio di Cina, Svizzera e Svezia.