Università, tra ricerca di base e ricerca applicata

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Brevetto o visibilità?

Anche la decisione se procedere con la richiesta di brevetto è strategica, e nel caso del progetto PACk-BOSs è stata dettata dall’esigenza di un confronto attivo con la comunità scientifica, una scelta condivisa dal gruppo di ricerca: “Abbiamo deciso di non brevettare alcune soluzioni emerse nel corso del progetto PACk-BOSs per evitare che il meccanismo del brevetto imponesse un silenzio stampa fino al momento in cui non fosse depositato”, racconta Sara Limbo. “Mentre abbiamo preferito la strada della visibilità scientifica, pubblicando su riviste internazionali, presentando i dati parziali o finali del progetto ognuno nel proprio settore, esportando la nostra conoscenza in Germania e in Giappone, e raccogliendo delle osservazioni critiche che ci hanno permesso di arricchire la nostra attività. Il brevetto è diventato, oggi come oggi, un prodotto della ricerca, quindi nobile tanto quanto una pubblicazione, e sicuramente pesa economicamente anche di più, ma la nostra è stata una scelta pensata e condivisa tra i membri del gruppo per favorire la diffusione del lavoro all’interno della comunità scientifica”.

L’obiettivo di un progetto di ricerca

Qual è quindi il vero obiettivo di un progetto di ricerca? «Sono tutti giusti e tutti nobili gli obiettivi: sia quelli che riguardano la ricerca di base, sia quelli che riguardano la ricerca applicata e finanziata per esempio da un’azienda», afferma Limbo. “L’importante è non sperperare il denaro pubblico”, precisa la ricercatrice, “il che significa che una struttura universitaria sia in grado di giustificare i propri costi, motivare le tempistiche impiegate per la realizzazione di un progetto, qualunque sia la sua natura. La mia esperienza nel gruppo di Food Packaging del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente (Defens) mi porta a fare bilanci molto positivi in termini di impegno nella ricerca applicata: numerose aziende, nazionali e internazionali, nel corso degli anni hanno posto fiducia nel nostro Gruppo e molti sono i progetti condotti. Il settore del Food Packaging infatti si presta molto bene allo sviluppo di idee che possano essere industrialmente applicabili. In queste ricerche cerchiamo sempre di operare con rigore scientifico e con metodologie che, basate su concetti e costrutti accademici, consentano di sviluppare le idee”.


Chiara Italia