Perché anche l’Expo

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Splashing Orange Juice

Doveva rappresentare il punto di partenza per il rilancio definitivo del Paese, invece rischia di diventare il punto di arrivo di una crisi morale, ancor prima che economica, che ci allontana definitivamente dal resto dell’Europa e dagli altri Paesi più industrializzati. Il tema, Nutrire il Pianeta, è quello giusto, fatto apposta per la nostra cultura e la nostra capacità creativa. Eppure, nonostante tutto, siamo riusciti a far saltare il banco, ancora una volta. Certamente l’evento si farà, non può essere che così, ma non potrà essere come poteva e come doveva essere, non più come le aspettative lo avevano dipinto. L’occasione era ghiotta anche perché dovevamo rifarci una verginità agli occhi del “Pianeta da nutrire” e, invece, per l’ennesima volta, siamo finiti sul marciapiede. E per di più con merce scadente se, come sembra, è la stessa già offerta più di vent’anni fa. Se non sappiamo rinnovarci (… nemmeno in questo settore!) va a finire che crolla anche l’export, con buona pace di chi vede la “ripresina” per la nostra economia che, nel primo trimestre dell’anno, segna una frenata con il PIL in discesa, sia pur minima dello 0,1%. A cose avvenute è sempre facile svolgere considerazioni e lanciare accuse, magari premature, che in una qualche misura potrebbero anche “sgonfiarsi”. Ma nessuno può negare che la parte sana del Paese provi sdegno, da un lato, e sconforto, dall’altro, che non possono essere taciuti né, tantomeno, minimizzati. Il problema non è la magistratura se tutto questo succede, così come non lo è l’Europa se pone nell’Italia una fiducia pari a zero. Il problema siamo noi, noi che non sappiamo e non vogliamo scrollarci di dosso la maledizione delle mazzette e delle semplici raccomandazioni, in tutti i settori e in tutte le circostanze, piccole o grandi che siano. Un saggio professore ripeteva che l’adulterio si consuma solo se c’è la consapevolezza di due persone. Niente di più giusto: corrotti e corruttori vanno di pari passo: gli uni hanno bisogno degli altri. Solo rompendo questo circolo vizioso si potrà voltare pagina e iniziare una nuova strada, che poi tanto nuova non è, la conosciamo bene, occorre solo ritrovarla la cara vecchia strada della meritocrazia. Costerà fatica, ma una volta percorsa la soddisfazione per la meta raggiunta sarà impagabile. Il problema vero è come spezzare la catena, dove trovare l’anello debole: tra i corrotti o tra i corruttori? Difficile trovarlo tra vecchi faccendieri e uomini di partiti vecchi che, tradendo la fiducia degli elettori, hanno compromesso l’intera classe politica trascinandola nel vortice del disprezzo generale, penalizzando quanti alla politica dedicano impegno e altruismo. Non so se può essere più semplice trovarlo nel settore produttivo che, qualche volta, gioca il pessimo ruolo del corruttore, ma voglio crederlo con forza. Certo, estirpare in un colpo solo consolidati comitati d’affari non è e non sarà semplice. Ma se il mondo delle imprese saprà darsi regole certe di etica e trasparenza, denunciando e isolando il gioco sporco e chi lo pratica, forse l’anello debole potrà spezzarsi. Expo 2015 non sta avendo un buon inizio, ma se nei prossimi mesi qualche anello della catena dovesse saltare probabilmente la strada della meritocrazia potrebbe essere più vicina e Nutrire il Pianeta potrebbe diventare più piacevole e lusinghiero.

Dante Marco De Faveri