Idoneità di diverse cultivar di pomodoro alla produzione di cubettato, polpa e passata

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Al fine di permettere all’industria conserviera del pomodoro di poter scegliere le cultivar più idonee alle successive trasformazioni industriali, particolare importanza è stata, negli ultimi tempi, attribuita all’attuazione di prove sperimentali di confronto varietale per i diversi areali di coltivazione di Paesi come l’Italia. In questo modo è possibile effettuare una valutazione del comportamento agronomico e degli aspetti qualitativi del pomodoro fresco, valutandone la corrispondente idoneità alla trasformazione nei diversi derivati. In questo contesto, in uno studio recente, effettuato da un gruppo di ricercatori italiani (Sandei et al., 2011), sono illustrati i risultati del confronto fra cultivar di pomodoro da industria (10 ibridi) proposte da alcune società cementiere italiane. I risultati della sperimentazione, condotta durante la campagna 2010, evidenziano in positivo, tra le cultivar trapiantate in epoca precoce, le tipologie Heinz 5408 e Dexter (Isi 26761) per le caratteristiche qualitative sia della materia prima, sia dei derivati ottenuti. In particolare, la varietà Dexter (Isi 26761) si distingue per l’elevata resa di trasformazione, seguita dalla cultivar Guadalete. Al contrario, le varietà ES 8606, Nemacrimson e Notaro presentano alcune problematicità legate alle caratteristiche qualitative della polpa. Per quanto riguarda le passate ottenute, però, i migliori risultati sono quelli forniti dalle tipologie ES 8606, Heinz 5408, Dexter (Isi 26761) e Nemacrimson. Fra le cultivar trapiantate in epoca tardiva, le qualità Littano e Pata Roja sono risultate essere le più interessanti per tutte le caratteristiche considerate, dalla materia prima ai derivati industriali. In particolare, è stato osservato che nelle passate fornite da queste ultime varietà si è riscontrato un generale innalzamento dei valori di colore Hunter e di licopene rispetto a quelle preparate con cultivar di epoca precoce. In sintesi, lo studio permette di concludere che alcune cultivar sono idonee a essere trasformate solo in alcuni prodotti, mentre altre sono più flessibili e garantiscono la produzione un’ampia gamma di derivati. A questi risultati, però, vanno sempre associate le condizioni pedo-climatiche nelle quali viene svolta la campagna di raccolta.

Riferimenti bibliografici
L. Sandei al., Industria Conserve, 86, 2011, 19