Nuovo indicatore della migrazione di metalli nel concentrato di pomodoro in scatola

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Pomodori a grappolo
A causa dell’estrema popolarità dei derivati del pomodoro, il monitoraggio dei fenomeni di migrazione dei metalli dai sistemi di confezionamento a questa classe di prodotti è di fondamentale importanza per assicurare la sicurezza dei consumatori. In uno studio recente, effettuato da un gruppo di ricercatori greci (Raptopoulou et al.), tali fenomeni sono stati analizzati nel caso di campioni di concentrato di pomodoro in scatola, prima e dopo l’apertura della confezione. In particolare, durante la sperimentazione è stato sviluppato un metodo analitico basato sull’utilizzo della spettrometria atomica con atomizzazione elettrotermica (ETAAS) per la determinazione simultanea dei seguenti metalli: cadmio (Cd), piombo (Pb), cromo (Cr), nichel (Ni), rame (Cu), arsenico (As), ferro (Fe) e manganese (Mn). I campioni utilizzati sono stati prelevati da distributori locali. I risultati dimostrano che il metodo ETAAS è accurato e preciso, con limiti di rilevabilità (LOD) che variano, a seconda del metallo, nell’intervallo compreso tra 2 e 64 ng/g. Questi valori sono al di sotto dei limiti ammissibili riportati dai regolamenti europei. Dall’analisi dei campioni è stato osservato che il quantitativo medio del cadmio è lievemente superiore rispetto a quello permesso da tali regolamenti. Gli autori evidenziano, inoltre, che il tempo di conservazione del prodotto in confezioni aperte (a 4°C, simulando le condizioni di consumo e di stoccaggio casalinghi) influenza in modo significativo il contenuto del ferro (che aumenta all’aumentare del periodo di conservazione). Pertanto, questo elemento può essere utilizzato dall’industria del settore come indicatore qualitativo per predire in modo appropriato il tempo di degradazione del prodotto. Infine, lo studio permette di concludere che il ferro ed il piombo sono i due metalli che tendono a migrare con maggiore facilità dal confezionamento al concentrato di pomodoro.

Riferimenti bibliografici
K.G. Raptopoulou et al., Food and Chemical Toxicology, 69, 2014, 25-31