Acido ascorbico (E300), ascorbato di sodio (E301), ascorbato di calcio (E302), nessun problema di sicurezza quando usati come additivi alimentari

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Il gruppo ANS (sugli additivi alimentari e sulle fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti) di Efsa su richiesta della Commissione Europea ha rivalutato il profilo di sicurezza dell’acido ascorbico (E300) e dei suoi sali derivati (E301- ascorbato di sodio, E302- ascorbato di calcio) utilizzati come additivi alimentari. www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/doc/4087.pdf Sulla base dei dati raccolti gli esperti Efsa hanno giudicato sicuro l’uso di questi additivi alimentari ai dosaggio attualmente utilizzati e consentiti. La valutazione dell’esposizione totale di acido ascorbico e dei suoi sali, assunti sia come additivi alimentari sia come fonti naturali presenti negli alimenti, considerando i massimi livelli di assunzione tollerati, raggiungerebbe dosaggi giornalieri pari a 1 g/persona in tutte le popolazioni di soggetti, ad eccezione di neonati e bambini. Di questo dosaggio il 50-65% dell’assunzione di acido ascorbico e dei suoi sali derivati verrebbe assunto sotto forma di additivo alimentare.Per quanto riguarda la presenza di impuritĂ  tossiche (piombo, mercurio e arsenico), il gruppo di esperti ha sottolineato la necessitĂ  di rivedere le specifiche CE al fine di accertare che l’utilizzo di acido ascorbico e dei suoi sali come additivi alimentari non diventi una fonte significativa di esposizione a questi elementi tossici.

Secondo gli esperti sarebbe inoltre necessario modificare le specifiche CE dell’acido ascorbico (E300) per stabilire un limite massimo di assunzione di ferro, dell’ascorbato di sodio (E301) per stabilire un limite massimo per solfati, ferro, rame e nichel; le specifiche dell’ascorbato di calcio (E302) dovrebbero altresì essere modificate per includere un limite masso di 4-idrossi-5metil-3(2H)-furanone, ferro, rame e alluminio. L’acido ascorbico (E 300), ascorbato di sodio (E 301) e ascorbato di calcio (E 302) sono autorizzati nell’Unione europea (UE) come additivi alimentari ai sensi dell’allegato II e III del regolamento (CE) n 1333/2008. L’uso di acido ascorbico e dei suoi sali come additivi alimentari è stato valutato e approvato dal comitato congiunto FAO / OMS di esperti sugli additivi alimentari (JECFA), e dal Comitato Scientifico dell’Alimentazione Umana (SCF). Il problema dei livelli massimi di assunzione tollerabili di calcio e sodio è stato affrontato dalla SCF (2003) e Efsa (2005). Il comitato ha inoltre valutato l’uso di acido ascorbico e dei suoi sali come additivi alimentari negli alimenti per lattanti e negli alimenti per lattanti in buona salute e in alimenti destinati a fini medici speciali per i lattanti e ai bambini (SCF, 1994, 1998). Nell’ottobre del 2013 gli esperti del gruppo NDA (dei prodotti dietetici, alimentazione e allergie) di Efsa hanno stabilito i livelli di assunzione di riferimento per la vitamina C.

Dati derivanti da indagini sui consumi alimentari mostrano che gli apporti medi di vitamina C dagli alimenti, solo nei Paesi europei, variano da 69 a 130 mg/giorno negli uomini e da 65 a 138 mg/giorno nelle donne.  Il gruppo NDA di Efsa ha stimato che per controbilanciare le perdite fisiologiche (metaboliche, assorbimento ed escrezione urinaria) per un adulto è necessario assumere 90-110 mg/giorno di vitamina C. Il valore riferito alle donne, estrapolato da quello dell’uomo, è stato stimato pari a 80-95 mg/giorno. Per i neonati di 7-11 mesi, non essendo emerse nuove prove rispetto alla valutazione precedente, il gruppo NDA ha deciso di mantenere il valore di riferimento di 20 mg/giorno stabilito dal Comitato Scientifico per l’Alimentazione Umana (SCF, 1993). I valori di riferimento per i bambini e adolescenti, estrapolati dai valori per gli adulti, variano da 20 mg/giorno per i bambini di 1-3 anni a 100 e 90 mg/giorno per i maschi e le femmine di 15-17 anni, rispettivamente. Durante la gravidanza, la concentrazione plasmatica di ascorbato diminuisce a causa dell’emodiluizione e del trasferimento attivo al feto. Per le donne gestanti è stata proposta un’assunzione di 10 mg/giorno di vitamina C aggiuntiva all’apporto previsto per la donna in generale. Per le donne che allattano al seno nei primi sei mesi post partum, è stata proposta un’assunzione aggiuntiva di 60 mg/giorno di vitamina C rispetto all’apporto previsto per le donne in generale.