Clorofilla e clorofilline (E140), parere scientifico

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Fotolia_26814942_XLIl gruppo ANS (sugli additivi alimentari e sulle fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti) di Efsa è stato incaricato dalla Commissione Europea a valutare la sicurezza di clorofilla e clorofilline utilizzate come additivi alimentari. Le clorofille e clorofilline sono autorizzate come additivi alimentari nell’Unione europea (UE) ai sensi dell’allegato II del Reg CE n. 1333/2008 con lo stesso numero di E (E140). Tuttavia, ai sensi del regolamento (UE) n. 231/2012, i due additivi vengono riconosciuti distinti e quindi definiti clorofille (E 140(i)) e clorofilline (E 140 (ii)). Il gruppo di esperti ha concluso che il database disponibile per clorofille era inadeguato per la valutazione del rischio e per stabilire il livello di assunzione giornaliera (DGA). Va detto che le clorofille sono costituenti alimentari naturali, presenti a concentrazioni relativamente elevate in diversi alimenti. Inoltre, l’esposizione risultante dall’uso di clorofille (E 140(i)) come additivi alimentari è inferiore rispetto all’esposizione alla clorofille dalla dieta normale. Pertanto, il gruppo ha concluso che, sulla dei livelli d’uso emersi, il consumo dell’additivo alimentare E 140(i)) non solleva preoccupazioni per la sicurezza. Nelle conclusioni del parere scientifico il gruppo di esperti ha sottolineato l’importanza di: definire e aggiornare l’identitĂ  dell’additivo alimentare E 140(i), in particolare le specifiche che sembrano non includere fino al 90% di estratto; descrivere i possibili solventi residui; includere nelle specifiche i dati relativi a pesticidi, micotossine e altri componenti biologicamente attivi (quali fitoestrogeni, fitotossine e allergeni), il cui livello dovrebbe essere mantenuto il piĂą basso possibile al fine di evitare eventuali effetti collaterali; rivedere i limiti massimi accettabili di impuritĂ  di elementi tossici (arsenico, piombo, mercurio e cadmio) al fine di accertare che le clorofille (E 140(i)) utilizzate come additivi alimentari non siano una fonte significativa di esposizione a questi elementi tossici. Documento 1Documento 2