Packaging edibile, le nuove frontiere del food packaging

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Anche la prof.ssa Carla Severini è stata impegnata in ricerche sull’edible packaging, guidando un team dell’Università di Foggia alla realizzazione di una pellicola commestibile per prodotti dolciari, una sorta di glassa in grado eliminare l’esigenza di alcuni additivi chimici comunemente usati nell’industria.

Professoressa Severini, come viene realizzato il film edibile?
La sua composizione è brevettata, quindi, non posso rivelarla, ma i costituenti sono tutti naturali e non contiene conservanti.

Quali sono i vantaggi di questa soluzione?
I prodotti da forno (tipo muffin o pan di spagna) su cui è applicabile possono avere una formulazione “alleggerita” senza rischiare una minore stabilità. Possono essere privi di conservanti, compreso l’etanolo, spesso utilizzato nei prodotti da forno, e riescono a mantenere nel tempo della loro shelf life una fragranza pari a quella del prodotto appena realizzato.

Vi sono invece degli aspetti critici nel suo utilizzo?
Sicuramente il metodo di applicazione, che stiamo migliorando per renderne la stesura più omogenea e adatta a un uso industriale.
Questa soluzione si presenta come una sorta di buccia biodegradabile aggiunta: potrebbe in teoria sostituire tutto il packaging esterno?
Il prodotto deve essere comunque imbustato, ma, a differenza degli altri prodotti simili presenti sul mercato, non contiene conservanti e può rimanere a temperatura ambiente senza andare incontro ad essiccamento, perdendo così la fragranza interna.

Questi film sono completamente organici: ma qual è la loro shelf life?
Deve essere almeno pari al prodotto che ricoprono. Altro problema è invece la loro stessa commercializzazione. In questo senso stiamo studiando una forma più stabile del film che consente una shelf life lunga e una “ricostituzione” al momento dell’uso.

Sono già in disponibili in commercio e a quali costi?
Non ancora, ma produrli costa poche decine di centesimi.

Ritiene che in futuro si potranno usare residui di altre linee produttive per produrre film di questo tipo?
A contatto diretto con gli alimenti non possono essere utilizzati materiali riciclati, quindi sicuramente non si potranno utilizzare scarti alimentari per questo tipo di film. C’è però la possibilità di utilizzare tali scarti per materiali di “secondo imballaggio”. Su questa nuova tecnologia abbiamo appena depositato (a dicembre 2014) un nuovo brevetto.

Avete in programma ulteriori sviluppi per questa ricerca?
Gli sviluppi futuri sono tutti centrati sulle nuove tecnologie (ad esempio stampanti 3D) e sulla ecosostenibilità. Non è importante solo garantire durata e sicurezza di prodotti e imballaggi, ma anche la loro innocuità sull’ambiente, nei limiti del possibile.