Tonno rosso, alimento funzionale “convenzionale”

2185
"Bluefin-big". Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bluefin-big.jpg#/media/File:Bluefin-big.jpg
“Bluefin-big”. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bluefin-big.jpg#/media/File:Bluefin-big.jpg

Il tonno, in particolare il tonno rosso, noto anche come “pinne blu”, costituisce una promettente alternativa agli integratori e alimentari e ai farmaci a base di acidi grassi Omega3 per ridurre in maniera significativa, e scientificamente dimostrata, l’incidenza di malattie cardiovascolari. Le sue carni sono caratterizzate da un alto contenuto di acidi grassi polinsaturi: circa il 43% è costituito da acidi grassi della serie Omega 3, e tra questi il DHA rappresenta il 32% dei grassi totali rispetto alla media del contenuto di DHA di alcune altre specie di pesci della stessa famiglia. Le diverse parti di questo pesce vengono utilizzate per la preparazione di piatti che ne prevedono l’uso crudo, come nel sushi o nel sashimi, e cotto. Il tonno comunemente conservato sott’olio o al naturale, viene generalmente conservato in scatolette metalliche o vasetti di vetro, ma non per questo perde le peculiarità legate alla composizione chimica in acidi grassi polinsaturi della serie Omega 3. Il tonno rosso è quindi un alimento dalle elevate proprietà salutistiche, che può venire considerato a tutti gli effetti un alimento funzionale “convenzionale”: da alcuni studi scientifici infatti è emerso che un consumo pari circa a due porzioni a settimana consente di assumere con la dieta una quantità di acidi grassi Omega 3 superiore rispetto ai valori consigliati dalle linee guida e capace di esplicare una efficace azione preventiva verso patologie cardiovascolari.