Irene Rizzoli, all’essenza del prodotto

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PACKAGING INNOVATIVO E TANTO EXPORT
lineaLe alici e contenitori di plastica è un connubio possibile?
Abbiamo riflettuto a lungo ed abbiamo deciso di farlo. Negli anni ’70 Delicius è stata tra le prime ad abbandonare la scatoletta in banda stagnata a favore della più leggera lattina di alluminio con apertura a strappo. Nel 2014 abbiamo proposto una linea di contenitori in PET, premiata al SIAL 2014 – il Salone internazionale di Parigi – con il Sial Innovation Award. E’ un contenitore trasparente come il vetro ma più leggero ed infrangibile. È un materiale barriera messo a punto da un gruppo di lavoro formato dai nostri responsabili del controllo qualità e dai nostri fornitori. Non è stata una decisione facile, la plastica avrebbe potuto costituire una piccola barriera psicologica per i consumatori più tradizionali, ma il mercato ha accolto bene l’innovazione.

In Italia quale è il target più interessato alla vostra offerta?
Non c’è un target preciso: ci rivolgiamo a chi ama le cose buone. Prevalgono gli adulti, perché i bambini hanno difficoltà ad apprezzare un sapore tanto complesso. Il consumo è costante, con due picchi di stagionalità durante le feste di fine anno ed a Pasqua, quando si gustano piatti tradizionali che prevedono l’alice come ingrediente. Meno diffuso è il consumo durante l’happy hour nei locali, le alici sono proposte laddove il gestore abbia una particolare attenzione per le cose buone e sia disposto ad offrire qualche cosa di maggior valore rispetto ai classici salatini, pizzette o olive.

Le basi del vostro marketing?
Le nostre confezioni sono piccole ed è difficile spiegare in dettaglio i pregi del contenuto, così abbiamo scelto la strada della trasparenza assoluta a partire dall’etichetta, perché abbiamo sempre pensato che il nostro prodotto, rosato, ben pulito, e curato fosse il primo ambasciatore dei nostri valori: il gusto per le cose buone, semplici e fatte con cura. Il nostro primo mercato è l’Italia, seguita dal Giappone, probabilmente perché il pesce è uno dei piatti base della cucina giapponese, peraltro alquanto sapida. Anche se i nostri clienti non conoscevano le alici in salsa piccante, ora l’apprezzano molto ed diversi ristoranti le propongono come condimento tipicamente italiano per la pasta.

Cambiate ricette in funzione del mercato di destinazione?
No, l’alice è buona così ed è impensabile snaturarla. Gli ingredienti sono pesce, olio e sale naturalmente presente ed in alcuni casi erbe e spezie, non si può aggiungere o togliere nulla. Produciamo anche sardine, filetti di sgombro, gamberetti, ma sono fermamente convinta che più che allargare la nostra produzione ad altre categorie di prodotti sia preferibile continuare a fare sempre meglio il nostro mestiere. Il consumatore ci identifica con le alici di alta qualità, senza compromessi. Non potremmo mai usare materia prima meno pregiata, sarebbe come cambiare il nostro DNA, non è possibile. Quando l’alice è fresca e lavorata con cura è una vera gratificazione, in caso contrario è immangiabile.

Gli strumenti per cogliere i suoi prossimi obiettivi?
Non mettere in secondo piano le mie aspirazioni. La storia di Delicius dimostra che gli obiettivi devono essere perseguiti con grinta ed entusiasmo. I momenti difficili colpiscono tutti, ciò che davvero conta è il modo di superarli. Ci vogliono coerenza, forza di volontà, perseveranza, empatia, comunicazione. Un imprenditore deve credere in ciò che fa, passare all’azione, dare un’impronta personale all’essenza del proprio prodotto.