Leguminose da granella, caratterizzazione di ecotipi campani

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Various_legumes
By Keith Weller, Agricultural Research Service, USDA – http://www.ars.usda.gov/is/graphics/photos/mar98/k6027-8.htm, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30129923

La Campania è una delle regioni italiane più ricche di biodiversità viticola, frutticola ed orticola. Attraverso due progetti di ricerca che hanno coinvolto numerose Istituzioni universitarie e di ricerca ubicate in regione, sono state caratterizzate 101 accessioni di specie ortive dal punto di vista delle proprietà agronomiche, biomorfo-fisiologiche, biochimiche, chimico-nutrizionali, organolettiche e molecolari. Tra queste ultime, un posto di rilievo è occupato dai legumi, in quanto sono stati caratterizzati 16 ecotipi di fagiolo, 9 di cicerchia, 7 di cece e 2 di lenticchia. In dettaglio, le varietà locali di fagiolo caratterizzate sono: il “Fagiolo a Formella”, coltivato nella Provincia di Napoli, unico caso di Phaseolus lunatus coltivato in Europa; il “Bianco di Montefalcone” ed il “Fagiolo della Regina”, entrambi coltivati nel beneventano; il “Dente di Morto”, Presidio Slow Food, coltivato nel napoletano; il “Fagiolo di Controne”, eccellente prodotto molto rinomato e costoso; i fagioli “Occhio Nero Alto Sele” ed “Occhio Nero di Oliveto Citra”, coltivati nella Provincia di Salerno; i fagioli “Tondo bianco” e “Tondino bianco di Caposele”, coltivati nell’Alta Valle del Sele tra la Provincia di Avellino e quella di Salerno; i fagioli “Mustacciello d’Ischia” e “Mustacciello di Pimonte”, coltivati nelle provincia di Napoli; i fagioli “Zampognaro d’Ischia” e “Tondino di Villaricca”, anch’essi coltivati nel napoletano; lo “Screziato Impalato” ed il “Fagiolo della Regina di Gorga”, entrambi coltivati nel Cilento; il fagiolo “Zolfariello”, così chiamato per la colorazione giallina del tegumento dei semi. Tra i 9 ecotipi di cicerchia caratterizzati (dei Campi Flegrei, di Calitri, di Caposele, di Carife, di Castelcivita, di Colliano, di Grottaminarda, di San Gerardo e di San Rufo), il più rinomato è quello “dei Campi Flegrei”, coltivato nell’areale omonimo. Tra i 7 ecotipi di cece (di Cicerale, Bianco e Nero di Caposele, di Castelcivita, di Campuotolo, di Guardia dei Lombardi e di Sassano), il più rinomato è il “Cece di Cicerale”, recentemente divenuto Presidio Slow Food. Le lenticchie “di Colliano e di “San Gerardo” sono, invece, molto poco conosciute e, anche per questo, a rischio di estinzione. In sintesi, le caratterizzazioni eseguite nello studio hanno consentito di confermare o individuare diversi legumi locali sicuramente degni di essere inseriti in percorsi di valorizzazione dei prodotti tipici, per i quali la Regione Campania vuole investire al fine di creare opportunità di reddito e di presidio degli areali interni svantaggiati.

Bibliografia

M. Zaccardelli et al., X Convegno Nazionale sulla Biodiversità, Roma, 3-5 Settembre 2014, 211