Riccardo Giambelli: igiene, fulcro della sicurezza alimentare

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L’impresa alimentare è al centro di una filiera ipercontrollata quanto ad igiene di ingredienti, prodotti finiti, distribuzione, packaging. Sanificazione e manutenzione sono procedure base dei manuali HACCP, porre attenzione anche alle parti food contact degli impianti porta all’eccellenza.

I produttori italiani di macchine ed attrezzature per il comparto alimentare innovano, producono, investono e soprattutto esportano. I valori medi dell’export ammontano al 73% per le tecnologie per pasta ed estrusi; 89% per molini e silos; 70% per prodotti da forno; 80% per le macchine per caffè espresso ed attrezzature per i bar. L’Italia è terza, con USA e Germania, per esportazione di apparati per la refrigerazione. In questo variegato mondo lavora Riccardo Giambelli – direttore di TiFQ – Istituto per la qualità igienica delle tecnologie alimentari.

I primi passi in azienda sono cruciali per un futuro manager, che imprinting ha ricevuto dalle sue prime esperienze lavorative? Ho cominciato a lavorare molto presto nell’area tecnica di un importante gruppo costruttore d’impianti e tecnologie di processo dei cereali. Era una sorta d’incubatore dove i neoassunti crescevano alla luce di strategie aziendali che oggi sono scontate ma, all’epoca, apparivano oltremodo innovative: qualità totale, just in time, integrazione della filiera. Le industrie alimentari stavano passando da processi manuali o semi-automatici a linee automatizzate, in continuo. I clienti non ordinavano più la singola macchina, acquisivano tecnologie per gestire interi cicli di lavorazione, impostati alla massima polivalenza. L’approccio sistemico è il leitmotiv della mia carriera. Quando, dopo il 2004, sono stati pubblicati i Regolamenti comunitari sull’igiene dei materiali a contatto con gli alimenti, i percorsi logici sottesi a queste leggi erano già parte del mio vissuto quotidiano.