Sistemi RFId, le nuove frontiere della tecnologia di etichettatura e codifica

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rfid chip

L’identificazione automatica e la tracciabilità degli alimenti sono tecnologie conosciute ormai da tempo ed implementate utilizzando diverse soluzioni, quali il codice a barre, le strisce magnetiche ed altre ancora. Il funzionamento di queste tecnologie si basa sul contatto diretto, fisico o visivo, dell’oggetto con i dispositivi che devono garantirne l’identificazione. Questo vincolo comporta l’insorgere di diverse problematiche: tempi ed i carichi di lavoro elevati, in quanto non è possibile effettuare identificazioni simultanee di più oggetti contemporaneamente, il rischio significativo di errori di identificazione ed il rischio di alterazione degli strumenti di identificazione. Inoltre, queste tecnologie presentano anche diversi limiti: un codice a barre, ad esempio, contiene un numero di informazioni decisamente limitato, non consente un’identificazione univoca nel mondo, richiede la presenza di operatori, è deteriorabile, non sicuro (può essere fotocopiato) e deve essere in vista sul prodotto, aumentando così la probabilità di contraffazione del bene che rappresenta.

I sistemi RFID. In questo contesto, in due studi recenti, effettuati da un medesimo ricercatore italiano (Morello, 2015a; 2015b), vengono illustrate le potenziali applicazioni nel settore alimentare di una tecnologia di identificazione automatica alternativa, nota con l’acronimo di RFId (Radio Frequency Identification). Quest’ultima si basa su un sistema costituito da due elementi: l’etichetta (tag) che contiene l’informazione di identificazione ed il lettore (reader) che può leggere e trasferire questa informazione. L’etichetta è principalmente una memoria con un circuito radio ed un’antenna: tale memoria può essere a sola lettura od a lettura-scrittura. Il lettore, oltre al circuito radio ed all’antenna, deve avere la capacità di gestire i dati e, pertanto, è provvisto di un microprocessore e di un’alimentazione.

RFID

I vantaggi dei sistemi RFID. L’autore evidenzia che questo sistema presenta il fondamentale vantaggio di eliminare il vincolo rappresentato dalla necessità di stabilire un contatto fisico o visivo tra l’oggetto ed il dispositivo di rilevazione, richiedendo semplicemente una lettura radio che può essere anche completamente automatizzata. Questa tecnologia consente, inoltre, di rilevare automaticamente il momento in cui un carico ha lasciato un deposito od un centro di distribuzione, permettendo, in tempo reale, di generare automaticamente una notifica di spedizione al destinatario e di inviare la fattura. I prodotti ed eventualmente i loro componenti possono essere tracciati lungo il loro percorso nella catena di produzione e di distribuzione, consentendo di conoscerne l’effettiva provenienza. L’RFId permette di autenticare i prodotti, in particolare quelli ad alto valore, distinguendoli da quelli contraffatti. Collocando lettori RFId sugli scaffali, è possibile rileva automaticamente l’inventario dello scaffale stesso, consentendo di far partire automaticamente gli ordini per il reintegro dei prodotti. Infine, il sistema può attivare meccanismi di abbassamento automatico dei prezzi per le merci dello scaffale, quando si avvicina la data di scadenza.

Conclusioni e sviluppi futuri. I costi legati a questa tecnologia sono ancora piuttosto elevati e, pertanto, in questo momento, l’adozione dei sistemi RFId è più promettente a livello di prodotti raggruppati (contenitore, cassa, pallet o contenitori maggiori), piuttosto che di singolo prodotto, a meno che la necessità di politiche anti taccheggio od il valore del prodotto medesimo non ne giustifichi l’impiego immediato. Tuttavia, con il diffondersi dei sistemi RFId, tali costi diminuiranno progressivamente: il che comporta che realizzazioni attualmente giudicate troppo costose possano divenire convenienti con il passare del tempo. A questo proposito, gli sforzi delle aziende maggiormente coinvolte nello sviluppo di questa tecnologia sono focalizzati sulla riduzione dell’area dei chip per i tag. Altre linee di ricerca prevedono la realizzazione di nuovi processi di assemblaggio dei chip concepiti per produzioni su larga scala dei tag. Infine, prospettive a lungo termine fanno capo alla produzione di semiconduttori con polimeri plastici, anziché con silicio. Una volta disponibili queste soluzioni, l’elettronica dei tag potrebbe essere direttamente stampata sull’oggetto, con l’utilizzo di stampanti non troppo dissimili da quelle che oggi stampano i codici a barre.

Riferimenti bibliografici

  1. Morello, Scienze e Ricerche, 2015a, 76-83
  2. Morello, Le nuove tecnologie a radiofrequenza – Le applicazioni nel settore agro-alimentare, 2015b