Inchiostri per stampaggio provenienti da fonti rinnovabili

    2789

    Woman shopping in grocery store

    Questi sistemi sono sempre più usati e nel corso degli ultimi anni hanno subito una crescita costante. Questo successo è legato ai numerosi vantaggi che questi inchiostri presentano rispetto agli inchiostri tradizionali, che contengono solventi. Ad esempio, l’asciugatura praticamente immediata consente elevate velocità di stampaggio e una minore richiesta di energia rispetto all’asciugatura al calore. Inoltre, le emissioni di composti organici volatili dovute all’evaporazione dei solventi sono notevolmente ridotte, il che rende meno stringenti i requisiti dei sistemi di ventilazione e di recupero dei solventi, riducendo anche il rischio di incendi. Da ultimo, questi inchiostri sono particolarmente adatti per lo stampaggio di superfici non assorbenti, come gli imballaggi in plastica. Nonostante tutti questi vantaggi, gli inchiostri ad essiccazione UV soffrono anche di alcuni inconvenienti. Dopo il processo di stampaggio, i residui dei diluenti e dei foto-iniziatori rimangono nell’inchiostro e questo potrebbe dare problemi di contaminazione, soprattutto nel settore degli imballaggi alimentari. Inoltre, le formulazioni degli inchiostri ad essiccazione UV normalmente contengono gli acrilati come precursori dei leganti e purtroppo gli acrilati hanno un potenziale allergenico che potrebbe originare dermatiti da contatto sia negli operatori sia negli utilizzatori. Quindi, c’è bisogno di nuove sostanze provenienti da fonti rinnovabili da utilizzare come precursori dei leganti negli inchiostri UV. In quest’ambito, sono stati sviluppati oligomeri a base di olio di soia. A causa della loro buona proprietà di formare le pellicole, questi precursori sono candidati promettenti da usare come leganti negli inchiostri. Alcuni carboidrati possono essere utilizzati come additivi per inchiostri ad essiccazione UV, come ad esempio l’emicellulosa sostituita, l’acrilato di etilcellulosa e altri derivati della cellulosa. Ma, di nuovo, nella maggior parte di questi esempi come agenti reticolanti vengono utilizzati composti a base di acrilati. Purtroppo ad oggi gli acrilati prodotti da fonti rinnovabili non sono economicamente competitivi rispetto agli acrilati provenienti dal petrolio, quindi gli inchiostri ad essiccazione UV raramente contengono questi derivati nella forma proveniente da risorse rinnovabili. Per questo motivo, il reperimento di alternative agli acrilati rappresenta una sfida importante per la ricerca sia accademica sia industriale, con grandi ripercussioni dal punto di vista economico, della salute e dell’impatto ambientale per molti settori. Emerge quindi che è importante concentrare gli sforzi per aumentare l’utilizzo delle risorse rinnovabili negli inchiostri, dal momento che questo contribuisce ad un più alto grado di sostenibilità del settore. In quest’ambito si inserisce anche la necessità di identificare nuovi materiali che possiedono proprietà innovative rispetto ai materiali derivati dal settore petrolchimico e che quindi si possono rivelare utili per specifici settori di applicazione.

    Bibliografia. T. Robert, Progress in Organic Coatings 78, 2015, 287