EcoTrophelia 2017, la Composta d’aloe si aggiudica il concorso

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La giuria di EcoTrophelia Italia ha premiato FunctionALOE, una composta prodotta da gel di Aloe vera, pesca, uva sultanina e buccia d’arancia, sviluppata da tre studenti della sede di Piacenza e Cremona dell’Università Cattolica e coordinati dal Dott. Luigi Lucini, ricercatore del DiSTAS (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile) dell’ateneo.

Gli studenti Federica Angilletta, Martina Sarnataro ed Elias Fadda, insieme al Dottor Luigi Lucini (a sinistra)

Il 14 giugno scorso a Roma si è svolta la nona edizione di EcoTrophelia Italia, il concorso organizzato da Federalimentare in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, con il patrocinio dell’ENEA ed il supporto di FoodPrint.

Il contest è rivolto ad alimenti che siano commercializzabili e riproducibili su scala industriale, e premia l’innovazione eco-sostenibile in campo alimentare. All’edizione hanno partecipato università da tutto il territorio nazionale, e sette sono state selezionate per la finale nazionale.

La giuria, composta da professionisti ed esperti in ambito alimentare, quest’anno ha premiato FunctionALOE, una composta prodotta da gel di Aloe vera, pesca, uva sultanina e buccia d’arancia. La composta è stata sviluppata da tre studenti della sede di Piacenza e Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Federica Angilletta, Martina Sarnataro ed Elias Fadda coordinati dal Dott. Luigi Lucini, ricercatore del DiSTAS (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile) dell’ateneo.

Il successo degli studenti del DiSTAS è stato completato dal secondo posto ottenuto da un’altra squadra, coordinata dalla Prof.ssa Giorgia Spigno, che ha messo a punto una crema spalmabile, assolutamente sostenibile, a base nocciole e carruba.

Il team, vincitore del primo premio, si è aggiudicato la possibilità di partecipare alla finale europea di Londra del 22 e 23 novembre per rappresentare l’Italia ad EcoTrophelia Europe. Federica Angilletta (laureanda magistrale in scienze e Tecnologie alimentari) ed il ricercatore Luigi Lucini del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera Sostenibile (DISTAS) dell’università, si sono occupati dello sviluppo del prodotto e si sono dedicati degli aspetti tecnologici. In realtà definire FunctionALOE una composta è molto riduttivo; si tratta di un alimento funzionale, ovvero quei cibi che oltre ad avere un determinato valore nutrizionale, hanno al contempo effetti positivi sulla salute e nella prevenzione di condizioni patologiche.

La giuria, composta da professionisti ed esperti in ambito alimentare, quest’anno ha premiato FunctionALOE, una composta prodotta da gel di Aloe vera, pesca, uva sultanina e buccia d’arancia

Un prodotto innovativo e sostenibile. L’innovazione di prodotto risiede soprattutto nelle materie prime utilizzate. La composta è bio, non ha zuccheri aggiunti né tantomeno pectina e, come richiesto dal concorso, è stata sviluppata per essere anche eco.

La sostenibilità del prodotto deriva sia dall’utilizzo dell’Aloe, che cresce anche in terreni marginali e in zone non agricole senza richiedere acqua, fertilizzanti o pesticidi, come pure della buccia di arancia, che è uno scarto dell’industria alimentare e in particolare di quella dei succhi di frutta.

La certificazione della sostenibilità ambientale è stata attestata attraverso il calcolo del “carbon footprint”, l’impronta di carbonio che esprime il contributo in termini di emissioni gassose, espresso come CO2 equivalente, relativa all’intero ciclo produttivo del prodotto. La giuria ha premiato, tra l’altro, anche gli aspetti edonistici del prodotto, legati al bilanciamento delle caratteristiche sensoriali e di quelle aromatiche.

I ragazzi hanno spiegato come la ricetta finale sia il risultato della combinazione di diverse materie prime con differenti condizioni di preparazione (principalmente di temperatura), selezionati attraverso panel test. La composta all’apparenza si presenta con un brillante e intenso colore bruno tipico della frutta cotta, un aroma gradevole ed una consistenza gelatinosa. La presenza delle bucce d’arancia fa sì che si percepisca un sentore di agrumi, con delle note vegetali e balsamiche date dall’Aloe che le conferiscono una certa freschezza piacevolmente persistente in bocca.

La giuria ha confermato come sia piuttosto inusuale coniugare aspetti sensoriali positivi e caratteristiche funzionali, apprezzando quindi la composta a base di Aloe. In effetti, i prodotti a base Aloe sono riconosciuti a livello internazionale per gli aspetti legati alla promozione della salute quali la riparazione tissutale, l’attività prebiotica, immunomodulante ed antiossidante.

Risulta quindi riduttivo identificare FunctionALOE come una semplice composta di frutta, benché contenga una percentuale di frutta pari o superiore al 65% (art. 2, comma 4, Decreto Legislativo 20 febbraio 2004, n.50); tuttavia, spiegano gli studenti, non esista una categoria commerciale di riferimento cui ascriverla.

Commercializzabile da subito. Ma le proprietà del gel di Aloe barbadensis Miller (comunemente chiamata Aloe vera), ricco in beta-polisaccaridi caratteristici, non si limitano agli aspetti salutistici. Tecnologicamente è stato determinante per dare consistenza e stabilità al prodotto, che non ha pertanto richiesto l’aggiunta di zuccheri, pectine o coadiuvanti tecnologici.

Il prodotto è risultato stabile per 6 mesi a temperatura ambiente ed ha passato anche le analisi di shelf life accelerata a 2 anni, mantenendo nel periodo le caratteristiche sensoriali, la stabilità microbica la concentrazione di composti chimici marcatori caratteristici di Aloe nonché l’attività antiossidante.

Il concorso prevedeva però anche la valutazione della fattibilità a livello di produzione industriale e commercializzazione. Martina Sarnataro ed Elias Fadda, studenti laureandi in della magistrale in Agricultural and Food Economics, si sono quindi occupati del marketing plan e del business plan sotto la supervisione del professor Claudio Soregaroli. Nel modello di business plan è stata proposta una piccola azienda, di proprietà dei tre studenti, collocata nel sud Italia e con forte propensione all’innovazione.

Nell’analisi della domanda per il business plan, i prodotti a base Aloe possono essere considerati un caso limite, perché categorizzati sia come prodotti digestivi e commercializzati come “health supplement” (visto il suo alto contenuto di fibre e l’azione prebiotica), sia come “superfood”, visto il suo contenuto di vitamine e antiossidanti benefici per la salute umana.

Queste considerazioni, insieme all’analisi del settore e dei competitors, hanno consentito di ipotizzarne il prezzo del prodotto e stimarne i volumi di vendita nel prossimo triennio. Per quanto riguarda il marketing plan, è stata condotta un’analisi SWOT, uno strumento usato per valutare i punti di forza (strengths), di debolezza (weaknesses), le opportunità (opportunities) e le minacce (threats) di un progetto, prodotto od impresa.

Tra i punti di forza si annovera sicuramente il fatto che FunctionALOE sia un prodotto di qualità, fatto nel rispetto della principale materia prima, il gel di aloe (presente oltretutto con un’alta concentrazione).

Anche l’essere prodotto in Italia conferisce al prodotto un buon appeal, specialmente nel caso dei mercati esteri, dove il made in Italy viene valutato positivamente dai consumatori. Inoltre, oltre ad utilizzare nella sua ricetta uno scarto di altre lavorazioni come la buccia di arancia, la produzione avviene in accordo alla filosofia dell’economia circolare e dell’ecosostenibilità, un ulteriore attributo che i consumatori vanno cercando.

I punti di debolezza sono legati invece al fatto che la normativa vigente sia molto restrittiva sull’utilizzo di health claims che possano comunicare gli effettivi benefici dei prodotti a base di Aloe. Oltre a ciò va anche considerato che, a parte per i consumatori fidelizzati, la conoscenza dei prodotti a base di Aloe e dei loro benefici è ancora relativamente limitata, il che limita fortemente i volumi di vendita e le possibilità di posizionamento nei vari canali di mercato.

Ultimo, l’assenza di mezzi meccanici per la raccolta dell’Aloe, che ancora si basa sull’utilizzo di manodopera, in Italia abbastanza costosa, e quindi la difficoltà di sfruttare economie di scala.

Le principali minacce che gli studenti hanno identificato sono la presenza di players con una forte leadership all’interno del settore, dotati di brand ben riconosciuti e di una distribuzione capillare.

Inoltre, spiegano, la crescente competizione sta esercitando una forte pressione sui prezzi portando alla comparsa sul mercato di prodotti di scarsa qualità o adulterati a prezzi non competitivi, che in un contesto di spesa limitata data dalla situazione macroeconomica, risulta essere un problema.

Nonostante il contesto appena citato, la domanda per questi prodotti risulta essere crescente da parte dei consumatori e parte di essi sono disposti a pagare di più per prodotti di qualità e ottenuti seguendo i criteri della eco-sostenibilità.

Questa può essere identificata come la maggiore opportunità, insieme al fatto che con una domanda e un set di preferenze crescenti, aumenterebbero anche le possibilità di ampliare la gamma di prodotti. Nel piano di marketing il consumatore tipo è stato identificato in una donna relativamente giovane, colta e sportiva, che presta grande attenzione alla propria alimentazione e cura gli aspetti legati alla salute.

Insomma, functionALOE potrebbe avere un futuro industriale, ma nel frattempo avrà l’onere ed onore di rappresentare l’Italia alla edizione Europea del contest, insieme ai vincitori di altri 20 paesi, e che si svolgerà a Londra nei giorni 21-23 novembre prossimi in concomitanza con la manifestazione Food Matters Live.

Luigi Lucini, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile – Università Cattolica del Sacro Cuore.

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