Metodi rapidi, non distruttivi per individuare i microrganismi e verificare la qualità degli alimenti

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L’industria alimentare ha bisogno di metodi rapidi, non distruttivi per individuare i microrganismi alterativi o patogeni e verificare la qualità di ingredienti e prodotti.

I metodi classici come la conta microbica in piastra, le reazioni a catena della polimerasi (PCR), che consentono di ottenere in vitro rapidamente la quantità di materiale genetico necessaria per le successive applicazioni, i test immunologici, sono complicati, richiedono tempo e personale esperto.

È necessario mettere a punto dei test rapidi, applicabili in ogni passaggio della filiera anche da personale non addetto al laboratorio. Un recente studio ha confrontato sei tecniche che applicano rispettivamente la spettroscopia ad infrarossi, la tecnica SERS (spettroscopia Raman amplificata da superfici), la tecnica THz-TDS (spettroscopia Terahertz Time-Domain), la tecnica LIBS (Laser Induced Breakdown Spectroscopy), le immagini iperspettrali e le immagini multispettrali.

Queste sei tecniche sono più promettenti di altre finora esplorate o utilizzate, ad esempio, la , la spettrometria di massa, i nasi elettronici, le lingue elettroniche, i biosensori, ma restano diversi problemi da risolvere.

Il primo è costituito dalla variegata natura delle matrici alimentari, il secondo è la necessità di costruire dei database microbici e dei modelli previsionali affidabili. Per farlo è necessario raccogliere e valutare tantissimi dati, elaborandoli anche in funzione della elevata biodiversità fenotipica intraspecie dei microrganismi.