Entro il 2050 il sistema energetico europeo potrebbe essere al 100% rinnovabile grazie al “Sector coupling”

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Il fotovoltaico solare gioca un ruolo importante nel mix energetico di molti Paesi. In Italia, ad esempio, copre il 7,3% del fabbisogno elettrico complessivo.

Ma la sua incidenza in futuro potrebbe essere molto maggiore: secondo l’Energy Atlas 2018 (la relazione annuale edita dal network ambientalista “Friends of the Earth Europe” e altre organizzazioni ecologiste europee) nel 2050 tutta l’energia necessaria all’Unione Europea potrebbe provenire da fonti rinnovabili.

In Italia, dicono le proiezioni, la parte del leone la farebbero gli impianti solari fotovoltaici in grado di coprire oltre i due terzi del fabbisogno complessivo. Perchè questo avvenga, però, è necessaria una transizione di tutti i settori dai sistemi di approvvigionamento attuali al sistema elettrico. L’elettricità, infatti, per quanto rilevante, rappresenta solo una frazione del quadro complessivo delle rinnovabili. Riscaldamento, raffreddamento e trasporto richiedono enormi quantità di combustibili fossili e devono essere convertiti a sistemi di alimentazione rinnovabili.

Una soluzione potrebbe essere il “Sector coupling”, vale a dire la creazione di una connessione tra questi tre settori e il sistema elettrico. Il surplus di elettricità generato nei periodi particolarmente soleggiati o ventosi, infatti, potrebbe essere impiegato per scaldare le abitazioni, immagazzinato per le reti di teleriscaldamento, recuperato per raffreddare impianti industriali o ricaricare le batterie delle auto elettriche.  Secondo gli autori della relazione, rimuovendo le barriere attualmente presenti, tutti i settori potrebbero essere elettrificati rendendo superflui anche i biocarburanti.

E il tutto ad un prezzo non proibitivo. Secondo le loro stime, infatti, lo scenario “zero emissioni” nel 2050 costerebbe circa 3200 miliardi di euro, non molto di più rispetto a lasciar correre il business-as-usual (circa 2800 miliardi).