Di cosa si occupava?
Ho iniziato nel laboratorio controllo qualità, per poi estendere le mie competenze alla assicurazione qualità e condurre l’azienda alle certificazioni IFS grado higher level, BRC e ISO 9001: 2008. Nel 2009 la Salco e la Pucci, suo cliente storico, si sono unite, dando vita ad una media realtà che oltre ai sughi ed ai funghi, propone sottoli e sottaceti in Italia ed all’estero. Ritenendomi pronto per una nuova esperienza, nel 2010 mi sono trasferito a Spoleto, dove ho assunto la responsabilità del settore qualità della Pietro Coricelli, produttore di olio il cui processo abbraccia l’intero ciclo dell’attività olearia, dalla coltivazione all’imbottigliamento.
L’OGGI
Ora è invece titolare di “Tendere a zero”…
Si, all’inizio dell’anno ho deciso di mettermi in proprio e di creare “Tendere a zero”, un progetto in cantiere da molto tempo e che ho finalmente realizzato. Svolgiamo un’attività di consulenza per la formulazione, lo sviluppo prodotti e per lo start up di impianti alimentari, igiene, autocontrollo e certificazioni volontarie di sistema e di prodotto, ma stiamo anche pensando all’installazione di un piccolo impianto pilota dove produrre lotti pre-serie e campionature di conserve vegetali a km 0, conserve da prodotti biologici e conserve per private label.
Cosa l’ha spinta verso la libera professione?
Il desiderio e il piacere di sperimentare, offrire idee e servizi, trovare soluzioni, conoscere problematiche sempre differenti. Mi stimola l’idea di potermi confrontare con persone e saperi diversi: lo chef, il cultore gastronomo, l’ingegnere che si occupa di carbon foot print, il veterinario, l’imprenditore che mostra una spiccata sensibilità verso l’ambiente. Ciascuno di questi contatti è unico per modo di lavorare, intendere le cose, offrire qualità, umanità e sapere.
A chi si rivolge la vostra offerta?
“Tendere a zero” ha pochi mesi; ad oggi ha alcuni clienti e molti discorsi aperti che ci auguriamo si concretizzino. I nostri interlocutori principali sono piccole e medie aziende agricole ed alimentari che producono nel segno della tradizione e del rispetto per l’ambiente.
Cosa vi chiedono?
Serietà, competenza, affidabilità, possibilità di innovare senza tradire le origini e soprattutto tanta concretezza. Non è questo il momento per le belle parole.
Un altro dei vostri progetti è “Biscotto, come ti vorrei”, di cosa si tratta?
É un’idea che abbraccia la sostenibilità ambientale, il gusto e la salute in un prodotto da forno. É un modello operativo che permette di sviluppare ed industrializzare la ricetta di un biscotto o di qualsiasi altro prodotto da forno tenendo presenti non solo le caratteristiche del prodotto ma anche il suo impatto ambientale, dalle materie prime al consumo. Il biscotto non sarà solo sostenibile, ma avrà anche contenuti di servizio e salutistici importanti, grazie a ricette che rispecchiano le esigenze del consumatore più attento. Abbiamo già realizzato un prodotto con una ricetta molto interessante e presto lo commercializzeremo. I test e le analisi ci hanno dato ragione al punto di ricevere i complimenti del Ministero della salute.