Carta e cartone riciclati

Contaminanti chimici e relative migrazioni nel food packaging

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Considerando la variabile matrice, sono stati, invece, rilevati andamenti leggermente differenti tra i contaminanti d’interesse. Nei casi del BPA e del DEHP, sono state riscontrate migrazioni d’entità superiore nel simulante alimentare Tenax® rispetto alle matrici alimentari in condizioni di fortificazione dei cartoni; i dati ottenuti per il NMP hanno confermato tale tendenza per tutti gli scenari studiati. Nel caso del NDP, si è verificata, invece, la situazione opposta. I differenti andamenti ottenuti riflettono il disaccordo riportato dalla letteratura sulla capacità del Tenax® di simulare le migrazioni che si verificano realmente negli alimenti secchi. Per quanto concerne il confronto tra le migrazioni riscontrate nelle due matrici alimentari selezionate, per tutti i contaminanti sono state rilevate migrazioni d’entità maggiore nello zucchero rispetto al sale, a testimonianza della maggiore affinità chimica di tale substrato organico nei confronti dei contaminanti scelti, caratterizzati dalla medesima natura. Anche l’analisi dei dati di migrazione considerando la variabile scenario ha evidenziato andamenti abbastanza differenti a seconda del contaminante considerato.

Tabella 1.2: concentrazione dei contaminanti d’interesse nei cartoni analizzati

Nel caso del BPA, le uniche differenze significative sono state rilevate nel sale: dopo 60 giorni di conservazione sono stati registrati dei quozienti di migrazione superiori in condizioni di temperatura ed umidità ambientali e di elevata umidità, mentre dopo 100 giorni di conservazione è stata rilevata una migrazione superiore in condizioni di temperatura ed umidità ambientali e di fortificazione dei cartoni. Per i substrati zucchero e Tenax® non sono state, invece, rilevate differenze significative. Nel caso del DEHP, tutte le differenze significative registrate hanno evidenziato la minore migrazione in condizioni di conservazione a temperatura ed umidità ambientali rispetto ad una o ad entrambe le altre due condizioni di conservazione considerate. Nel caso del NMP, sia nel sale che nello zucchero, sono state riscontrate migrazioni superiori in condizioni di elevata umidità, mentre per il NDP lo zucchero sembra essere la matrice nella quale le condizioni di elevata umidità rappresentano le circostanze più favorevoli per la migrazione. I quozienti di migrazione sono stati, successivamente, rielaborati considerando l’interazione tra le variabili tempo di contatto, matrice e scenario di migrazione come parametro in grado di influenzare la migrazione. I risultati ottenuti hanno mostrato che solo alcune combinazioni inducono effetti significativi sull’interpretazione dei dati relativi alla migrazione. Le interazioni significative sono risultate differenti a seconda del contaminante. Alla luce dei risultati ottenuti, è possibile concludere che i contaminanti selezionati risultano generalmente presenti negli imballaggi analizzati, in alcuni casi anche in concentrazioni piuttosto rilevanti. La natura del materiale costituente l’imballaggio influisce, quindi, sulla tipologia e sul grado di contaminazione della confezione. Per quanto riguarda la migrazione dei contaminanti dagli imballaggi riciclati agli alimenti, in generale le sostanze selezionate tendono a migrare solo in piccola parte nei substrati di migrazione scelti, alle condizioni di conservazione definite. Le migrazioni relative al BPA ed al DEHP sono risultate sempre inferiori, rispettivamente, all’1 e al 2%, mentre per i nonilfenoli etossilati sono state riscontrate migrazioni minori al 10%. In termini di concentrazioni, tali percentuali corrispondono a qualche decina di μg Kg-1 per il BPA e i nonilfenoli etossilati e a circa 0.5 mg Kg-1 per il DEHP. Sia i dati di contaminazione degli imballaggi, sia quelli relativi alle migrazioni risultano in linea con quelli riportati dalla letteratura di riferimento. Le tipologie di matrice e di scenario sembrano influenzare discretamente il fenomeno della migrazione: nello specifico, le condizioni di elevata umidità del cartone sembrano favorire la migrazione. Per quanto riguarda il tempo di contatto, non sono stati rilevati cambiamenti significativi al variare di tale variabile. Per quanto concerne gli effetti sull’interpretazione dei dati di migrazione derivanti dall’interazione tra le variabili considerate, sono state riscontrate tendenze differenti tra i contaminanti selezionati. L’eterogeneità dei risultati ottenuti indica, inevitabilmente, la necessità di eseguire ulteriori studi d’approfondimento della tematica.

Conclusioni

Alla luce dei risultati presentati, ovvero scarse migrazioni dei contaminanti negli alimenti, ma, allo stesso tempo, elevate contaminazioni degli imballaggi, ricordando che le conclusioni dedotte risultano valide solamente per le situazioni studiate, risulta legittima l’ipotesi di un maggior orientamento dei materiali cartacei riciclati verso i settori non alimentari. Dal momento che la completa esclusione di tali materiali dal settore del packaging alimentare risulterebbe un’utopia, è importante promuoverne l’impiego in tale ambito, ma solo se adeguatamente gestito.

Francesca Tiberto, Nicoleta A. Suciu, Marco Trevisan – Istituto di Chimica Agraria ed Ambientale, Università Cattolica del Sacro Cuore – Piacenza