I principali contaminanti nel food packaging

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Gli ftalati sono una famiglia molto estesa, e si usano principalmente come plastificante nel pvc, ma si utilizzano anche come plastificante in adesivi, inchiostri da stampa o fil laminati colorati. La letteratura riporta che anche se sono applicati con adesivi o colle da lato non food possono migrare all’interno dell’alimento e ogni tanto si ritrovano nel caso di riciclato. È in fase di approvazione la norma per carta e cartone (EN 16453 Pulp, paper and paperboard: Determination of phthalates in extracts from paper and paperboard).

I mineral Oil sono generalmente miscele di idrocarburi alifatici e aromatici di composizione piuttosto variabile perché derivano da distillati di petrolio. In genere si tratta di idrocarburi alifatici saturi da 13-14 a 24-25 atomi di carbonio, per lo più lineari ma possono contenere anche alifatici ramificati e aromatici.

Il bisfenolo A è molto diffuso, e in letteratura si ritrovano dei lavori che parlano di quantità di anche abbastanza importanti all’interno di riciclato.

Il pentaclorofenolo (PCP) ha svariati utilizzi: erbicida o conservante utilizzato in prodotti in legno e tessuti, ed è utilizzato in processi di sbiancamento, talvolta si trova nelle vernici. È difficile trovare in letteratura dati significativi di PCP in carta e cartone, e comunque sempre nei limiti di legge. In letteratura si trovano dei valori significativi per quanto riguarda gli alimenti secchi, ma in letteratura non esistono lavori sulla tossicità sull’uomo (la stessa raccomandazione indica come limite il più basso per quanto tecnicamente fattibile).

Il diisopropilnaftalene (DIPN) e isomeri costituiscono i solventi delle capsule di inchiostro delle carte autocopianti e termiche.La norma UNI EN 14719 fornisce un metodo operativo per la sua determinazione in un estratto acetonico di carta e cartone e riporta l’avvertimento che il DIPN possa essere in particolare quando vengono utilizzate fibre di recupero.

Le resine poliamidica epicloridrica sono sostanze utilizzate come resistenti a umido (nella carta per uso igienico e sanitario, la cosiddetta carta «tissue»): la sua molecola forma infatti sia dei ponti tra le fibre, facendole così avvicinare e rinforzare i legami, sia una struttura reticolata che contribuisce al conferimento di resistenze e rigidezza al foglio.

Gli azo coloranti possono rilasciare ammine aromatiche tramite la rottura del legame azoico e quindi per scissione riduttiva (le Linee Guida CEPI www.cepi.org e la 36° Raccomandazione BfR consigliano la verifica della presenza di coloranti azotati che possono rilasciare ammine aromatiche). Vengono usati per esempio nella carta tissue, come tovagliolini usa e getta.

I Metalli pesanti sono indici della presenza di materiale riciclato, piombo cromo cadmio e mercurio. Vi possono essere dei rarissimi casi di non conformità, solitamente qualche superamento si ha per il riciclato, ma si possono trovare anche in fibra vergine trattata con patinatura.