Per i nuovi OGM è obbligatoria una sperimentazione di 90 giorni

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E’ stato approvato un nuovo Regolamento che rende obbligatorio per l’ammissione all’uso di prodotti OGM un test di alimentazione dei ratti per almeno 90 giorni. Le aziende dovranno adottare questa norma entro sei mesi dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale UE. Le procedure di valutazione degli alimenti GM sono riportate nel Reg.1829/2003/CE e nella Dir. 18/2001/CE. Gli studi a 90 giorni sono alla base del “Protocol 408” OCSE sulle buone prassi di laboratorio. Un protocollo scientifico oggetto di molte polemiche perché, secondo i suoi detrattori, troncherebbe gli studi troppo presto, non svelando aspetti importanti come gli effetti tossici a basse dosi, gli effetti subcronici, i danni al fegato, ai reni, al sistema riproduttivo. Diversi ricercatori chiedono di estendere l’obbligatorietà dei test ad un periodo minimo di 2 anni; adottare l’approccio Toxotest (valutando effetti a lungo termine tramandati da genitore a figlio); includere nella valutazione gli effetti su ormoni sessuali, aspetti riproduttivi, di sviluppo e transgenerazionali. Oggi in Europa l’approvazione di un OGM prevede il parere positivo di EFSA espresso tramite i suoi 21 esperti scientifici indipendenti. Inoltre, non essendovi presunzione di sicurezza per alcun OGM, ciascuno è considerato unico ed è valutato individualmente in conformità con il Reg. 1829/2003/CE. EFSA ha pubblicato un documento orientativo sul tipo di dati da includere nelle richieste di autorizzazione per un nuovo OGM, ma fino ad oggi non c’era alcun protocollo obbligatorio.