Recupero energetico dalla rigassificazione del gas naturale liquefatto

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È, oramai, ben noto il fatto che dalla rigassificazione completa del gas naturale liquefatto (GNL) sia possibile recuperare grandi quantitativi di energia (circa 230 kWh/t). Nonostante ciò, solamente una piccola parte degli impianti di rigassificazione è dotata di sistemi di recupero parziale di questa energia. Inoltre, le tecnologie attualmente impiegate sono prevalentemente finalizzate alla generazione di energia elettrica, mentre l’utilizzo del freddo viene quasi del tutto ignorato. Quest’ultimo potrebbe, ad esempio, essere recuperato per la trasformazione e la conservazione di prodotti agro-alimentari e per la catena del freddo. La disponibilità di energia frigorifera a basse temperature richiede, infatti, elevate quantità di energia meccanica che aumenta al diminuire della temperatura richiesta. Il recupero di energia fredda dalla rigassificazione del GNL consentirebbe, in queste applicazioni, considerevoli risparmi energetici ed economici, con conseguenti benefici ambientali in termini di riduzioni delle emissioni di gas climalteranti. In uno studio recente, effettuato da un gruppo di ricercatori italiani (Messineo & Panno, 2011), è stata valutata la possibilità di creare, attorno ad un impianto di rigassificazione, un complesso industriale composto da aziende del settore agro-alimentare adibite alla trasformazione ed alla conservazione di prodotti agricoli del territorio. Il freddo recuperato nel processo viene trasportato alle aziende attraverso una opportuna rete di distribuzione di anidride carbonica (CO2) allo stato liquido, in grado di fornire tale freddo alle differenti utenze. Gli autori evidenziano che il progetto non è di semplice esecuzione dal momento che richiede la realizzazione delle infrastrutture necessarie a distribuire l’energia prodotta. In particolare, la distanza tra l’impianto di gassificazione e le utenze deve essere tale da limitare le perdite lungo la rete di distribuzione. La scelta della CO2 come fluido di trasporto è ottimale poiché tale fluido non è infiammabile né tossico. Concludendo, un sistema di questo tipo fornisce evidenti vantaggi dal punto di vista del risparmio energetico, contribuendo al tempo stesso anche alla riduzione delle emissioni di gas serra.

Riferimenti bibliografici

A. Messineo & G. Panno, Journal of Natural Gas Science and Engineering, 3, 2011, 356-363