Belle, intelligenti, flessibili e sempre più ecologiche. Sono le etichette del futuro. Le aziende produttrici di etichette e sistemi di etichettatura investono in ricerca e sviluppo per presentare sul mercato soluzioni sempre più innovative e sostenibili
Nel settore alimentare non esiste una senza l’altra: confezione ed etichetta non hanno ragione d’essere, se non insieme. L’etichetta presenta il prodotto, è la sua carta d’identità ed insieme il suo biglietto da visita. Ogni anno vengono presentate sul mercato soluzioni sempre più innovative e sostenibili non solo per le etichette in sé, ma anche per i sistemi di etichettatura, con due parole che spiccano su tutte: flessibilità ed estetica. Questo si aspetta il consumatore. Questo si aspettano le aziende produttrici di alimenti e gli esperti di marketing e design.
Etichette sempre più attraenti
E’ l’estetica a guidare in larga parte gli acquisti dei consumatori finali, insieme a prezzo e qualità. Le etichette che più soddisfano questa esigenza crescente del bello sono quelle autoadesive, che si stanno sempre più imponendo sul mercato. Lo dimostra un sondaggio dell’associazione delle etichette Finat secondo la quale le autoadesive detengono una quota rilevante, più della metà, per la precisione del 55%, dell’intero giro d’affari delle etichette. Uno dei motivi è da ricercare nella grande varietà delle applicazioni: attraverso stampe, verniciature e laminazioni più diverse si possono ottenere etichette che certamente si fanno notare sugli scaffali dei punti vendita. Può essere utilizzata la carta per etichette ultrapatinata, che crea effetti metallici o il “no-label-look”, grazie al quale l’etichetta sembra non esserci. E invece, l’etichetta è ottenuta simulando la stampa diretta della confezione. Le etichette trasparenti attualmente utilizzate per prodotti alimentari di alta gamma, quali ad esempio alcuni tipi di vini e spumanti, sono apprezzate, anche dai consumatori, oltre che per le caratteristiche estetiche anche per la loro resistenza all’umidità e all’abrasione. Non solo autoadesive e trasparenti, ma anche avvolgenti. Queste ultime etichette saranno sempre più utilizzate nel settore delle bevande, in particolare nell’etichettatura dei contenitori in PET. Le etichette tubolari consentono di etichettare confezioni di qualsiasi forma, anche le più improbabili, grazie alle moderne sleeve termoretraibili: in particolare shrink-sleeve, roll-on-shrink-on e stretch-sleeve. I film diventeranno più estensibili. la moderna stretch-sleeve ha una resistenza doppia allo stiramento, a fronte di una riduzione del consumo di materiali. Non serve più un tunnel di riscaldamento, con conseguente risparmio di energia e spazio. La velocità delle etichettatrici aumenta e con essa la produttività, senza interferire con l’integrità e la qualità delle confezioni. Una delle sfide del futuro che le aziende produttrici di etichette e sistemi di etichettatura vogliono vincere riguarda la possibilità di stampare direttamente le etichette in linea nell’etichettatrice. Sarebbe un bel risparmio per le aziende di imbottigliamento e confezionamento dei prodotti alimentari che potrebbero ridurre le scorte di etichette e produrle al bisogno.
Largo alle etichette intelligenti
Un tempo utilizzata solo per prodotti di nicchia, a causa dei costi elevati, l’identificazione mediante radiofrequenza (Rfid) offre grandi potenzialità per l’inventario, la tracciabilità e la tutela dei marchi e dei prodotti alimentari. Le tag Rfid vengono adattate a ogni tipo di superficie, mentre tra le applicazioni più recenti dei sistemi di identificazione spicca l’utilizzo di sensori per il monitoraggio della catena del freddo. Le aziende produttrici, intanto, stanno studiando sistemi più efficienti, che non richiedono manutenzione e, se possibile, economici. Alcune aziende alimentari e catene di distribuzione stanno già utilizzando tag Rfid associate a sensori di temperatura nella logistica per garantire la tracciabilità alimentare dei prodotti freschi. L’Rfid può essere usata nei pallet per il controllo della movimentazione e i sensori wireless di temperatura integrati nei camion e utilizzati in simbiosi per controllare il viaggio di semilavorati tra i vari stabilimenti o per i prodotti finiti. Le tag raccolgono i dati di temperatura e li inviano in modo automatico a un sistema centrale attraverso una serie di lettori o di antenne distribuite nei magazzini e nei mezzi di trasporto. Per gestire il flusso di dati un software riceve le informazioni per fornire una visione centralizzata di tutta la logistica del freddo. Eventuali non conformità vengono segnalate via sms o e-mail. Alcune importanti catene di distribuzione e multinazionali alimentari del calibro di Auchan, Nestlé, Kraft Foods, Danone, Coop e Conad stanno sperimentando l’uso della tecnologia Rfid per ridurre il fenomeno dell’out of stock nei punti vendita. A lavorare da anni su progetti Rfid associati alla logistica per il controllo della supply chain dei prodotti freschi, l’Università di Parma con il suo Rfid Lab Parma. In particolare, il progetto Rfid Logistic Pilot III si propone l’obiettivo di utilizzare tag UHF passivi per identificare alimenti freschi di ogni genere confezionati e contenuti nei pallet e nei colli.