Verso Expo 2015

1997

CiboManca veramente poco all’evento tanto atteso nel nostro Paese: fra meno di 450 giorni a Milano si aprirà una manifestazione nella quale tutto quanto è cibo, o ad esso è legato, che proverrà da ogni continente: dall’Europa all’Africa, dall’Asia all’Oceania, dalle Americhe del Nord e del Sud. L’occasione per il nostro Paese è ghiotta, sia per mettere in mostra le proprie potenzialità, sia per scoprire prodotti di terre lontane processate con tecniche antiche, o riscoprire tecniche di produzione abbandonate da molti decenni. Il contrasto tra prodotti e tecnologie passate, presenti e proiettate nel futuro potrà farci vivere una meravigliosa favola, potrà essere come viaggiare nella macchina del tempo, di hollywoodiana memoria, per ripercorrere il passato e scoprire il lavoro di piccole comunità rurali con i preparati ottenuti dalle loro produzioni primarie, magari anche in via di estinzione, e che, invece, potrebbero rilevarsi ottimali anche per la preparazione dei nostri alimenti abituali. Specie se ricchi di elementi nutrizionali ed essenziali, come gli antiossidanti delle patate viola del Perù o le bacche di goji che crescono spontaneamente nelle valli della Mongolia e del Tibet e in alcune province della Cina, solo per citare alcuni dei molti esempi che sarà possibile ammirare. Oppure, perché no, per proiettarsi nel futuro e scoprire, finalmente, il teletrasporto. Con semplici stampanti 3D sarà possibile ottenere ninnoli zuccherini pensati a Milano e prodotti, pardon, “stampati” direttamente dal cliente finale, purché dotato degli ingredienti giusti. Sul tema stanno lavorando molte aziende multinazionali, con la collaborazione di importanti centri di ricerca mondiale come il Centro Olandese del TNO e, pare, sia questo il prossimo futuro della tecnologia, non solo alimentare. Stampare alimenti, in effetti, potrebbe offrire potenziali vantaggi in quanto la tecnologia aiuterebbe a personalizzare il cibo in base a diete personalizzate, gustose e rispettose per l’ambiente, utilizzando, ad esempio, anche ingredienti alternativi quali proteine da alghe, da foglie, o addirittura da insetti. Cibi sempre pronti al momento giusto. Infine, secondo i sostenitori di questa tecnologia, ciò permette grande libertà di progettazione in termini non solo della forma 3D, ma anche della composizione (gli ingredienti e loro rapporti), la struttura, la consistenza e, ultimo ma non meno importante, il gusto. Nuovi e unici prodotti possono essere sviluppati, fatto non possibile con altri metodi. Ovviamente, all’Expo di Milano si potrà anche rimanere semplicemente nel 2015, senza spingersi troppo all’indietro nel tempo, o fare voli troppo avveniristici in avanti. Comunque, sarà un meraviglioso palcoscenico dove l’alimentare nazionale, delle produzioni primarie e dei prodotti trasformati, comprese le tecnologie, avranno il vantaggio di giocare in casa. E la partita rappresenta la finale mondiale, perderla significa arrivare secondi. Troppo poco per un settore che da sempre primeggia nel mondo per tutti gli aspetti che il cibo richiede: dalla qualità alla nutrizione, dalla sicurezza alla creatività, dal gusto alle tecnologie di trasformazione. Allora incrociamo le dita e, per una volta, proviamo a formare una vera squadra, solo così l’Italia del cibo potrà essere imbattibile.