L’ultimo decennio ha visto l’industria alimentare europea ridurre la propria quota di mercato mondiale dal 25% al 21% a vantaggio di Cina, India e Brasile. Non potendo competere sul fronte dei prezzi con i paesi emergenti, l’Unione europea, se intende invertire questa tendenza, deve impegnarsi per creare uno specifico valore aggiunto offrendo prodotti più sani, sostenibili ed efficienti nell’uso delle risorse. Questa indicazione emerge anche dall’agenda strategica per l’innovazione relativa al periodo 2014-2020 che il parlamento europeo ha appena approvato per l’EIT (Istituto europeo di innovazione e tecnologia). L’EIT è un’istituzione dell’Unione Europea che si occupa di migliorare le capacità di innovazione dei paesi membri, mantenendo il passo con gli attuali sviluppi tecnologici e culturali mondiali e cercando di anticiparne le nuove tendenze. Uno dei principali strumenti di azione dell’EIT sono le Comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI): si tratta di Reti di eccellenza che vengono costituite tra partner appartenenti a diversi settori (istruzione, tecnologia, ricerca, industria e imprenditoria) con lo scopo di favorire lo scambio di competenze e la nascita di nuove sinergie. L’obiettivo finale è quello di trasformare le idee europee più innovative e le ricerche più promettenti in prodotti commerciabili capaci di rappresentare per l’UE un concreto vantaggio competitivo. La nuova strategia dell’EIT prevede la pubblicazione, nel 2016, di un bando per la realizzazione di una specifica Comunità sul tema “alimentazione per il futuro”, focalizzata sulla catena di approvvigionamento alimentare in tutte le sue fasi (produzione, trasformazione, imballaggio e distribuzione). Questa CCI avrà l’obiettivo di creare un sistema più efficiente per l’industria alimentare (che rappresenta attualmente il maggior settore manifatturiero europeo), migliorando nel contempo la sostenibilità e la tracciabilità in tutti i segmenti della catena di approvvigionamento.