Meno bisfenolo A ma comunque bisfenolo

1850

die069L’impiego di bisfenolo A o BPA, un plastificante ubiquitario usato da più di vent’anni e accusato di aumentare il rischio di alcuni tumori, di perturbare il sistema endocrino e riproduttivo, di causare diabete e malattie metaboliche e cardiache, tiroidee e dello sviluppo, sta lentamente diminuendo in alcuni paesi, dopo l’approvazione di specifiche normative che ne limitano l’utilizzo. Il processo di sostituzione è lento perché, in assenza di altre sostanze in grado di sostituirlo, si usano i bisfenoli S e F, molto simili dal punto di vista strutturale al BPA. Il problema è che di questi nuovi composti non si sa praticamente nulla, in particolare per i possibili effetti che possono avere sulla salute. Se dagli imballaggi esterni e dalle stoviglie e dai biberon per bambini, il BPA è sempre meno presente, lo stesso principio non vale per i cibi in scatola: le lattine di metallo infatti, sono rivestite all’interno con pellicole volte a evitare il contatto diretto degli alimenti con i metalli. L’associazione di consumatori americani Environmental Working Group (EWG), che da anni si batte contro il BPA, ha presentato un rapporto in cui ha analizzato 252 prodotti, ottenendo dei risultati abbastanza desolanti: il 12% dei marchi (31) usa lattine BPA-free per tutti i prodotti, il 14% (34 brand) lo impiega per uno o più alimenti, ma il 31% (78 marchi) impiega ancora il BPA per tutti i cibi in scatola, e il 43% di tutti i brand fornisce informazioni incomplete o ambigue. Inoltre solo 13 produttori hanno rivelato che cosa utilizzano come sostituto del BPA.