Dai residui di frutta un nuovo packaging alimentare

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Un progetto europeo, finanziato nell’ambito del programma per la ricerca FP7, sta sviluppando una nuova soluzione di packaging alimentare che sfrutta i sottoprodotti della lavorazione della frutta. In UE, spiegano i ricercatori, vengono prodotte oltre 67 milioni di tonnellate di confezioni ogni anno, il 60% delle quali è destinato ai prodotti alimentari. Gli imballaggi biodegradabili, in questo senso, rappresentano un aiuto importante poiché contribuiscono a ridurre i costi di trattamento dei rifiuti contenendo, nel contempo, il consumo di energia e le emissioni di gas serra. Gli ideatori del progetto, denominato “PHbottle”, intendono sviluppare un materiale biodegradabile (PHB, poliidrossibutirrato) attraverso la fermentazione di scarti della produzione di succo di frutta. Questa soluzione dovrebbe diminuire i costi di produzione della bioplastica e fornire un contributo alla costosa ed energivora gestione delle acque reflue nell’industria alimentare. Per preservare gli ingredienti sensibili all’ossidazione, durante il processo di trasformazione del polimero, la bioplastica sarà integrata con microcapsule di antiossidanti. Il progetto, che terminerà a maggio 2016 dopo quattro anni di lavoro, ha richiesto un budget di oltre 4 milioni di euro di cui circa il 70% finanziati dalla UE.