Irene Rizzoli, all’essenza del prodotto

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Parma, 12.02.08 - Irene Rizzoli
Irene Rizzoli

Una nicchia stimolante per un prodotto ittico di alta qualità: acciughe salate in vaso, alici sottolio tal quali, con peperoncino, arrotolate con cappero o in salsa piccante secondo una segretissima ricetta di famiglia. I prodotti di qualità superiore non derogano dalla tradizione, ma seguono la via del miglioramento continuo.

Esperienza, carattere, voglia di lavorare, ambizioni, accurata scelta dello staff per facilitare la produzione e rendere gli obiettivi più raggiungibili. Irene Rizzoli, imprenditrice e responsabile R&D di Delicius SPA, azienda che produce conserve ittiche, soprattutto acciughe e sgombri, racconta l’evoluzione dell’impresa di famiglia, un percorso costellato di successi, fatiche professionali ed umane, passione ed oggi contraddistinto da una chiara vocazione all’espansione internazionale.

Che tipo di formazione ha avuto?
Ho frequentato il Liceo classico, poi Economia e commercio a Parma. Ero portata per gli studi umanistici, ma volendo entrare in azienda ho ritenuto opportuno dotarmi di un know how economico e degli strumenti culturali per leggere i bilanci ed interpretare i numeri. Mi entusiasmava allora e mi entusiasma oggi l’idea di contribuire a custodire un piccolo, ma significativo patrimonio della cultura alimentare della mia città natale.

Parma è solitamente associata a pasta, salumi, formaggi, meno alle conserve ittiche…
E’ così, ma il 70% delle conserve di acciughe sono prodotte e commercializzate da aziende nate nella nostra zona e che qui conservano la sede. Alla fine del ‘800, parallelamente all’industria del pomodoro in scatola, nell’area di Parma si è sviluppata una fiorente attività conserviera di altri prodotti, talvolta trasferitasi da altre Regioni. Direttamente collegata allo sviluppo dell’industria delle conserve era infatti l’evoluzione della produzione dei barattoli di latta e la vicinanza cliente – fornitore era un vantaggio. La mia famiglia, per esempio, è di origini piemontesi. Nel 1871 il mio bisnonno Emilio Rizzoli fonda, con il Cavaliere Romeo Tosi di Busseto, la Tosi & Rizzoli realtà commerciale specializzata in acciughe salate di provenienza ligure, parmigiano reggiano e salsa di pomodoro distribuita con il marchio La Casalinga. In pochi anni, l’attività si rafforza aprendo filiali a Vicenza ed a Milano, ed affiancando al commercio delle acciughe salate una produzione di alici in salsa piccante e di alici in salsa dolce. Nel 1892, l’azienda si trasferisce a Parma, all’epoca distretto industriale delle conserve di pomodoro.

Come si è arrivati all’attuale Delicius?
In seguito a complesse vicende societarie, finché nel 1974, per gemmazione familiare, nasce la Delicius Rizzoli SPA per volere di mio padre Emilio Rizzoli, omonimo del bisnonno.

PANINODUE RUOLI COMPLESSI
Quanto ha inciso l’esempio dei suoi predecessori, nella scelta di lavorare per l’azienda di famiglia?
Ha influito al 99,99%. Sono la quarta generazione, sono cresciuta in questo ambiente, ho assorbito la passione, la voglia di fare bene le cose che caratterizza il modo di operare dei miei genitori, ereditata dai miei prozii ed ancor prima dai miei bisnonni. Tutti hanno tenuto rigido il principio dell’imprenditore rispettabile nella vita e nel lavoro, ritengo sia un esempio di vita vera che vorrei arrivasse anche ai miei figli. Poche settimane dopo la laurea sono entrata in azienda. Avevo ventitré anni, tanto entusiasmo e desiderio di mettermi in gioco. Ora mi rendo conto di quanto fossi “tanta teoria e niente pratica”. Ho iniziato in punta dei piedi, in amministrazione cercando di capire come si svolgeva il lavoro, poi, pian piano, ho trovato gli spazi a me più congeniali: il controllo di gestione e, da qualche tempo, la ricerca e sviluppo. Mio padre e mio fratello si occupano di approvvigionamento e produzione dei nostri stabilimenti situati nei pressi dei luoghi di pesca, mia madre segue la finanza.

Controllo di gestione ed R&D, in altre aziende sono agli antipodi, come riesce a conciliarli?
Come responsabile del controllo di gestione, ho sempre ben presenti i numeri di produzione e vendita, le performance dei clienti, con chi è facile impostare determinate azioni e con chi è più difficile lavorare. Cerco costantemente aree di miglioramento, mi chiedo cosa posso fare per crescere. In questo settore è difficilissimo innovare le ricette o proporre abbinamenti estrosi; il prodotto non può essere snaturato, deve rimanere autentico, le alici si mangiano perché sono buone, non perché sono abbinate alla mandorla, alla curcuma o a quant’altro. Le nostre innovazioni riguardano soprattutto il perfezionamento delle procedure di pesca, di produzione ed il packaging.