Il farro è uno dei cereali più anticamente coltivato dall’uomo, soprattutto per quanto riguarda le specie Triticum monococcum L., o farro piccolo, Triticum dicoccum Schübler syn. Triticum dicoccon Schrank, o farro medio, e Triticum spelta L., o farro grande. I centri di origine per le tre specie sono differenti: il farro piccolo ha origine in Turchia, il farro medio è originario delle montagne tra Iran, Iraq, Siria e Palestina ed il farro grande ha origine a sud del Mar Caspio, Afghanistan ed Kazakistan. Attualmente le aree di coltivazione sono i paesi dell’Est (Turchia, Grecia ed Albania) e del Medio Oriente. In Europa, oltre che in Italia, è coltivato soprattutto in Belgio, Svizzera, Austria e Germania. Grazie alla crescente richiesta di prodotti a base di farro da parte dei consumatori, è possibile prevedere per i prossimi anni un potenziale sviluppo di questa coltura che rappresenta una buona alternativa al frumento o ad altre colture che producono meno reddito. Da molto tempo, ormai, presso alcuni centri di ricerca italiani vengono condotti studi ed indagini sulle potenzialità produttive ed agronomiche del farro e, recentemente, è stato avviato un programma di miglioramento genetico che prevede due indirizzi principali: il miglioramento delle caratteristiche bio-agronomiche (precocità, riduzione della taglia, minore aderenza delle glume alla cariosside, minore fragilità del rachide e maggiore produttività) ed il miglioramento della qualità tecnologica (pane, biscotti ed altri prodotti da forno), con l’obiettivo di sviluppare nuovi genotipi. Nel presente lavoro vengono riportati i dati produttivi ed agronomici su due nuove varietà di farro spelta, iscritte al Registro Nazionale Varietale, ottenute dall’incrocio tra una varietà di farro spelta cv. “Altgold rotkorn” e due varietà di frumento tenero cv. “Spada” e cv. “Centauro”, rispettivamente denominate “Benedetto” e “Pietro”.
Bibliografia
Codianni et al., X Convegno Nazionale sulla Biodiversità, Roma, 3-5 Settembre 2014, 179