Diagnosi elettriche, attualità e prospettive nel settore alimentare

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L’individuazione delle aree di intervento. Per ciascuna area di intervento viene fornita una stima del beneficio energetico conseguibile (generalmente espressa in tep, tonnellate di petrolio equivalente). La presentazione delle aree di possibile intervento rappresenta un punto di partenza, affinché l’azienda, in piena autonomia ed in accordo coi propri criteri di valutazione economica (tassi di interesse, tempo di ritorno, budget per investimenti), intraprenda un’analisi di fattibilità tecnico-economica degli interventi delineati e valuti la redditività degli investimenti, in generale correlati con tali indicazioni. Per ciascuna delle aree di intervento è quantificato il beneficio energetico ed economico conseguibile dall’introduzione di alcuni accorgimenti (interventi di tipo gestionale, che non implicano investimenti) o dall’introduzione di modifiche impiantistiche (interventi di sostituzione componenti, che viceversa implicano investimenti). Tali indicazioni hanno il solo scopo indicativo di fornire un ordine di grandezza per gli investimenti; mentre spetta alle aziende l’effettiva valutazione dell’opportunità di impegno finanziario, valutazione del tutto impossibile nei ristretti ambiti temporali di una Diagnosi Energetica.

Rapporti energetici per i processi di produzione e trasformazione. Fonte: I valori energetici da tabelle composizioni alimenti dell’INRAN

Il futuro nella misurazione. Nelle filiere agroalimentari, un indicatore di efficienza energetica è costituito dal rapporto tra la quantità di energia ottenuta (“out”) e la quantità di energia immessa (“in”). La Figura sopra mostra la forte sproporzione tra l’energia contenuta nei prodotti e l’energia utilizzata nei processi di produzione della carne, delle produzioni vegetali, degli ortaggi e dei surgelati. Risultano particolarmente significativi gli elevati rapporti relativi ai comparti della catena del freddo e delle produzioni in serra (20:1), soprattutto se confrontati con la coltivazione dei vegetali in campo che presentano un rapporto pari a 1,23 oppure con la coltivazione dei cereali autunno-vernini che presentano un rapporto pari a 2,53. La diagnosi Energetica in realtà innesca un processo sostanzialmente continuo all’interno di una azienda. L’obbligo di legge di effettuare una diagnosi ogni quattro anni di fatto obbliga ad una sorveglianza continua. Sono in atto da parte degli enti normatori la definizione di un insieme di regole affinché si riesca a trovare un metodo di misurazione delle grandezze in gioco (cosa e come misurare) da seguire e da adottare nelle diagnosi successive. È importante definire queste regole, perché dall’obbligo del Decreto 102/2014 devono scaturire processi virtuosi che possano aiutare a rendere più facile l’approccio all’efficienza energetica da parte delle imprese e, soprattutto, devono conseguire risultati concreti di miglioramento dell’utilizzo dell’energia. Le misure che si effettueranno nelle prossime diagnosi debbono consentire di individuare dei valori di riferimento (benchmark) il più possibile uniformi all’interno di un determinato settore industriale che potranno poi essere utilizzati per promuovere l’efficienza energetica. Il percorso è lungo, ma necessario.

 

 

 

 

 

 

production of olives. sterilizing machine in the foreground

 

Figura 3 (File: immagini)

Consumi energetico dell’industria alimentare per fonte (%), anno 2014. Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico

 

Figura 4 (File: immagini)

Proiezione dell’impiego di energia basata su scenari di potenziale tecnico ed economico. Legenda BAU: Business As Usual

 

Figura 5 (File: immagini)

Profilo di utilizzo finale dell’energia nella industria agro alimentare. Fonte: ICF International

 

Figura 1 BOX

Rapporti energetici per i processi di produzione e trasformazione. Fonte: I valori energetici da tabelle composizioni alimenti dell’INRAN