Più vaccini, sanificazioni e biosicurezza, questa è la risposta degli allevatori americani all’obbligo di limitare l’uso di antibiotici. Lo studio New Strategies for Health and Performance in US Livestock and Poultry Production condotto nel 2016 dalla Brakke Consulting di Dallas ha riguardato allevamenti di bovini da carne e da latte, suini, pollame. Dal 1 gennaio 2017, data dell’entrata in vigore della nuova normativa USA sui mangimi e sul divieto di un uso estensivo degli antibiotici, le aziende si sono adeguate sia pure con qualche distinguo tra specie. Il 70% delle aziende ha rafforzato i protocolli di vaccinazione, migliorato le sanificazioni ed i controlli sanitari sugli animali. Tra le altre strategie adottate spiccano un ridotto commistione di quadrupedi ed uccelli, modifiche agli additivi dei mangimi, migliorie a stalle ed allevamenti, uso di immunomodulatori e allevamento di specie naturalmente più resistenti alle patologie. L’obbligo di ridurre l’uso degli antibiotici preoccupava molto le aziende, solo il 38% dei produttori era convinto di riuscire a mantenere i precedenti livelli di produzione e profitti. Il 90% dei produttori di carni avicole ha dichiarato di aver cambiato la composizione del mangime. Alla fine del 2016 più della metà dei produttori aveva già in essere la soluzione, un altro 25% era pronta per il cambiamento, il settore carni avicole era risultato il più reattivo. Lo studio ha valutato anche come era cambiata nel consumatore la percezione di una azienda agricola che dichiarava di non utilizzare più antibiotici.
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