Sara Spilimbergo, ricerca e docenza universitaria al servizio del settore alimentare

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Sara Spilimbergo

Nell’ambito del progetto europeo PRESEF, una ricercatrice italiana si è occupata della progettazione di impianti per la pastorizzazione di alimenti solidi con il metodo SC-CO2. Le prove, effettuate su carote, cocco e cotica di prosciutto crudo hanno dimostrato l’efficacia e la convenienza tecnologica di questo processo rispetto al metodo UHHP. La pressione operativa si riduce ed i tempi di lavorazione si dimezzano

Ingegnere chimico, docente universitario, ricercatrice, vincitrice del premio Montana e del premio Ferrarrini per la ricerca nel settore alimentare. E’ Sara Spilimbergo, professore di seconda fascia nel settore Impianti industriali, Ingegneria alimentare, Impianti chimici per l’industria alimentare, nonché ricercatrice confermata strutturata nell’Università degli studi di Trento e dal primo Novembre 2014 in forze presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova (settore disciplinare ING-IND 25). Lavora su temi inerenti all’ingegneria di processo ed all’impiantistica chimica ed alimentare. E’ nota al mondo tecnico-scientifico per avere progettato impianti di sterilizzazione e pastorizzazione a bassa temperatura che sfruttano N2O e CO2 allo stato supercritico.

Perché ha scelto il corso di laurea in ingegneria?
Mi sono sempre piaciute le materie tecniche e, terminato il liceo scientifico, pensavo che una laurea in ingegneria avrebbe facilitato il mio ingresso nel mondo del lavoro.

Cosa l’ha spinta ad optare per la docenza universitaria e la ricerca?
Sono naturalmente portata per l’insegnamento. Da bambina aiutavo i miei compagni di scuola con i compiti e le lezioni ed ho continuato a farlo durante l’Università. Amavo condividere le idee con i miei colleghi, cercare con loro soluzioni e modi per esporre ciò che studiavamo in modo semplice e chiaro. L’interesse per la ricerca deriva invece dalla profonda convinzione che il mio lavoro debba essere utile al prossimo. Una ricerca che migliori le attuali conoscenze scientifiche, migliora direttamente la vita di alcuni ed indirettamente la vita di tutti. Se dovesse definire la ricerca con tre termini, quali sarebbero? Intuizione, entusiasmo, dedizione.

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Schema di impianto per alimenti solidi da diverse angolazioni

Che caratteristiche deve avere un bravo ricercatore?
Deve essere molto critico rispetto ai propri studi ed alle proprie scoperte, deve avere una mente elastica ed aperta, una buona dose di intuizione e molta pazienza.

Un ingegnere chimico potrebbe spaziare in diversi ambiti, perché si è dedicata soprattutto al settore alimentare?
Ho sempre trovato la biochimica più avvincente rispetto alla chimica pura ed alla petrolchimica. Per conseguire il titolo di Dottore di ricerca ho scelto una tesi sugli effetti della CO2 sui microrganismi. Mi sono poi occupata dello sviluppo di processi con CO2 supercritica per la produzione e il trattamento di materiale di interesse farmaceutico o biomedico e per la sterilizzazione dei succhi di frutta con CO2 ad alta pressione. Mi piace lavorare su argomenti dove ingegneria pura, tecnologia e biologia si incontrano ed in ricerche che abbiano attinenza con la vita di tutti i giorni. Cosa significa supercritico? I fluidi supercritici hanno proprietà intermedie tra quelle di un gas e di un liquido e non presentano tensione superficiale. A temperatura costante, in un fluido supercritico la solubilità tende ad aumentare al crescere della densità del fluido e di conseguenza con la pressione.