Come le informazioni riportate in etichetta influenzano il consumo e la formulazione dei prodotti alimentari

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Gli impianti normativi dei Paesi occidentali hanno introdotto nuovi obblighi in materia di informazioni nutrizionali riportate in etichetta. Sono cambiate le tabelle nutrizionali, le grandi catene di fast food e di ristorazione sono tenute ad indicare sul menù le chilocalorie apportate dai singoli piatti, i claims nutrizionali e salutistici sono sempre più diffusi.

Uno studio della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, ha valutato l’efficacia dei diversi tipi di diciture riportate in etichetta ed ha dimostrato che alcune di esse influiscono sulle scelte di specifiche categorie di consumatori, altri restano invece del tutto indifferenti ai suddetti richiami. La ricerca ha valutato 60 studi pubblicati tra il 1990 ed il 2014, per un totale di 2 milioni di singole osservazioni.

Si sono valutati: l’assunzione giornaliera di nutrienti con la dieta, la tipologia degli acquisti effettuati dalle famiglie, l’entità della spesa, le informazioni nutrizionali riportate sui menù dei ristoranti (nei Paesi dove sono obbligatorie), sulle etichette, sui cartelli informativi e promozionali esposti nei punti vendita.

Secondo i ricercatori queste informazioni avrebbero, negli anni, indotto i consumatori a ridurre del 6,6% l’apporto calorico medio, del 10,6% l’apporto dei grassi totali e del 13,5% i consumi degli alimenti generalmente definiti “poco sani”.

Le indicazioni sembrano invece meno efficaci nell’indurre la riduzione del consumo di zuccheri e grassi saturi. Le nuove prescrizioni relative alle informazioni nutrizionali hanno spinto l’industria a riformulare i prodotti per ridurre il contenuto di acidi grassi trans (-64,3%) e sodio (-8,9%).

I ricercatori ritengono quindi che l’industria sarebbe più propensa a ridurre questi ingredienti aggiuntivi e meno disposta ad intervenire sugli ingredienti di base del prodotto. La ricerca valuterà in futuro le ricadute degli effetti della nuova dicitura obbligatoria relativa agli zuccheri aggiunti.