Elementi di scelta consapevole dei nastri trasportatori.
I nastri trasportatori con catena Table Top (anche nota come catena a tapparella o catena flessibile) sono stati per molti anni la prima scelta per chiunque volesse realizzare percorsi misti di rettilinei e curve, riducendo il numero di motorizzazioni rispetto a quelle necessarie per ottenere lo stesso percorso con trasportatori a tappeto o rulliere.
Negli ultimi vent’anni sono stati spesso affiancati, talvolta soppiantati, dai trasportatori a catena modulare. Allo stato attuale persiste una certa confusione nei criteri per scegliere una soluzione rispetto all’altra, al punto che spesso le decisioni si basano sulla consuetudine o addirittura sulla moda piuttosto che a vere motivazioni tecniche.
Secondo MH entrambe le soluzioni sono valide e meritano di essere prese in considerazione, a patto di scegliere in base ai giusti criteri. Ecco perché ha arricchito la sua campagna informativa social ConveyorU di contenuti che aiutano i project manager a prendere decisioni consapevoli. I punti in comune tra le due soluzioni sono due: la possibilità di fare percorsi curvilinei e rettilinei sullo stesso nastro trasportatore e la semplicità di manutenzione rispetto ad altre tecnologie di convogliamento. Per il resto le divergenze sono piuttosto significative.
Massimo carico di trazione
I Table Top sono costituiti da maglie di plastica (principalmente POM) collegate tra loro tramite un perno (generalmente metallico). Questa soluzione garantisce un carico massimo di trazione estremamente elevato, che a sua volta comporta alcuni benefici: permette il trasporto di carichi relativamente pesanti e la realizzazione di nastri anche molto lunghi utilizzando un solo motore elettrico. Per contro, il passo tra le maglie è abbastanza grande e questo comporta maggiori diametri di avvolgimento e maggiore rumore a parità di velocità
L’accoppiamento tra le maglie e il perno consente raggi di curvatura contenuti rispetto alla larghezza della catena, cosa particolarmente vantaggiosa in termini di ottimizzazione degli spazi a layout. Anche qui, tutto ha un prezzo: raggi di curvatura stretti significano maglie della catena che si aprono di più in curva e quindi una superficie di appoggio meno continua e regolare, che può creare problemi di stabilità al prodotto e maggior presenza di punti di rischio residuo in termini di sicurezza per gli operatori.
Trasporto prodotti sfusi
Le catene a maglia modulare sono realizzate anch’esse in materiali plastici. A differenza delle catene a tapparella, sono tenute insieme da un perno di plastica che corre lungo tutta la larghezza del nastro, permettendo di creare superfici di scorrimento più ampie. La gamma dei materiali è molto più vasta, in particolare il polipropilene le rende ideali per le applicazioni con il prodotto alimentare non confezionato, perché particolarmente resistente all’aggressione da parte delle sostanze detergenti e antibatteriche usate nei lavaggi. Ovviamente lo scotto da pagare è una resistenza meccanica inferiore.
Il passo tra le maglie è molto piccolo, un pollice o anche meno per le catene curvilinee. Si ottengono quindi superfici molto regolari, con aperture piccole anche se l’area aperta media resta superiore (utile per permettere lo sfogo di briciole), cosa che offre grande stabilità e ridotte contestazioni sulla sicurezza. Anche il diametro di avvolgimento è più piccolo, avvantaggiando i prodotti di piccole dimensioni.
Conclusioni
I nastri a catena modulare sono tendenzialmente il 15-20% più costosi rispetto alla soluzione con catena a tapparella. Anche senza ulteriori approfondimenti, saltano all’occhio le applicazioni favorite per un sistema rispetto all’altro. Per i trasportatori Table Top: prodotti confezionati di dimensioni medie e grandi, tratti lunghi di trasporto e layout complessi in spazi angusti. Per i trasportatori a catena modulare: prodotti non confezionati di piccole dimensioni, applicazioni sanificabili, versatilità di materiali e accessori.