Nanoprodotti, quanto pesano nel settore alimentare?

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Preoccupazioni per salute e ambiente
È tuttavia necessario analizzare le proprietà e le caratteristiche specifiche dei nanomateriali in vista di potenziali rischi per la salute. La preoccupazione dei detrattori è che le nanomolecole possano reagire nell’organismo in modo imprevedibile.

A causa delle loro dimensioni possono penetrare facilmente negli organi, nelle cellule o addirittura nel nucleo, e sulle interazioni possibili, attualmente, i dati scientifici sono pochi. La stessa EFSA, nelle linee guida per la valutazione dei potenziali rischi derivanti da applicazioni della nanoscienza e delle nanotecnologie in alimenti, ha individuato delle aree di incertezza per una corretta valutazione del rischio che riguardano: incertezze nelle caratteristiche fisico-chimiche dei nanomateriali dovute alla difficoltà di caratterizzare, rilevare e misurare gli stessi in alimenti e mangimi e nelle matrici biologiche; incertezze nella descrizione del pericolo derivanti dal loro utilizzo dovute principalmente al fatto che si sa poco sia degli aspetti tossicologici dei nanomateriali, sia delle metodologie per misurarli.

Inoltre, sono ancora oscure le reazioni biochimiche a livello molecolare con i fluidi biologici, le membrane cellulari ecc. Non sono disponibili i test circa il potenziale allergico dei nanocomposti; incertezze nella valutazione del livello di esposizione, per cui la valutazione del rischio potrebbe sovrastimare o sottostimare il pericolo; incertezze nella descrizione del rischio, che per alcuni nanoprodotti può solo essere qualitativo e non quantitativo. Alle preoccupazioni per la salute dei consumatori si aggiungono quelle relative ai rischi di tossicità per l’ambiente. Se è difficile prevedere le conseguenze che la nanotecnologia avrà sull’essere umano, ancora di più potrebbe essere capire le conseguenze sull’ambiente. L’ingegneria a livello degli atomi potrebbe permettere di ristrutturare il DNA delle sementi per ottenere proprietà differenti da una pianta, tra cui il colore, la stagionalità, la produttività ecc.

Fertilizzanti e pesticidi prodotti tramite ingegneria molecolare saranno utilizzati per mantenere la crescita della pianta. Ma le proprietà delle nanoparticelle non sono governate dalle stesse leggi fisiche di quelle di maggiori dimensioni, ma dalla meccanica quantistica. Davvero l’uomo riuscirà a prevedere le conseguenze di tutti questi cambiamenti molecolari? Un freno al mercato delle nanotecnologie nell’alimentazione potrebbe venire dall’opinione pubblica, che potrebbe vedere questi nuovi alimenti negativamente, un po’ come già successo per gli Ogm.

Possibili sviluppi
Le sperimentazioni in campo alimentare però continuano. Le aree su cui si articola la ricerca sulle nanotecnologie applicate in campo alimentare interessano tutta la filiera, dalla modificazione di sementi, fertilizzanti, pesticidi all’integrazione di alimenti veri e propri, dallo sviluppo di alimenti intelligenti, ovvero in grado di interagire in modo diverso a seconda dalla persona che lo consuma, al packaging intelligente, capace di allungare la conservazione degli alimenti.

Potremmo avere nanotecnologie basate su sensori in confezioni che forniscono informazioni visibili in circa lo stato dell’alimento contenuto, la sua freschezza o sullo stato della confezione, indicando se è stata mantenuta la corretta catena del freddo o se ha subito sbalzi termici o danni. Potrebbero essere immessi sul mercato cibi con pochi o addirittura senza grassi, oppure con meno sale ma ugualmente appetitosi, con un aspetto migliore, grazie ad additivi o ingredienti modificati dalle nanotecnologie. Inoltre la tracciabilità dei prodotti alimentari potrebbe migliorare grazie a sensori che permettono di seguire tutta la filiera.