Profilo ambientale complessivo della pasta secca: stima ed azioni di mitigazione

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Questa tesi di dottorato è stata inizialmente finalizzata a valutare l’impronta di carbonio dalla culla alla tomba di pasta secca biologica. La cottura della pasta è risultata la fase più impattante del ciclo di vita e si è messo a punto un sistema di cottura di minimo consumo energetico atto a garantire la qualità della pasta cotta. L’impatto ambientale complessivo della pasta secca è stato valutato in base alla metodologia IMPACT 2002+ al fine di prefigurarne una produzione più eco-sostenibile.

Conclusioni e prospettive

È stata stimata l’impronta di carbonio business-to-consumer (CFCG) di 1 kg di pasta secca a base di semola di grano duro biologico decorticata e controllata principalmente e secondariamente dalle fasi di utilizzo e di campo. Poiché i fabbisogni energetici di cottura hanno rappresentato una quota significativa dell’energia consumata lungo il ciclo di vita del prodotto, è stata sviluppata una pratica di cottura più ecosostenibile per limitare il consumo di energia e di acqua.

Il profilo ambientale del prodotto è stato valutato in conformità con la metodologia IMPACT 2002+ e la qualità dell’ecosistema risulta essere la categoria di impatto maggiormente colpita. Tra le fasi del ciclo di vita del prodotto, quelle di coltivazione e di cottura hanno esercitato il massimo contributo. Facendo ricorso alla procedura di cottura della pasta ecosostenibile qui sviluppata e alla più efficace rotazione delle colture biologiche operata finora, è stato possibile tagliare CFCG e OWS (overall weighted damage score) rispettivamente del 42 e del 34%.

Poiché la caratterizzazione del profilo ambientale di un singolo prodotto è piuttosto costosa e la categoria di impatto sul cambiamento climatico è di gran lunga più affidabile di tutte le altre spiegate in questa tesi di dottorato, la valutazione dell’impronta di carbonio sembra essere lo strumento più economico per identificare i principali punti salienti delle fasi del ciclo di vita del prodotto. Pertanto, è probabilmente il metodo migliore per iniziare ad incrementare la sostenibilità delle piccole e medie imprese alimentari.

Le future attività di ricerca dovrebbero, da un lato, essere indirizzate allo sviluppo di nuovi cuocipasta a risparmio energetico in grado di sostituire gli elettrodomestici e i set di pentole oggi utilizzati e, dall’altro, guidare i produttori di pasta a valutare se nuovi pre -prodotti di pasta surgelata potrebbero essere considerati un’opzione fattibile per ridurre il consumo di energia e migliorare le prestazioni ambientali della pasta secca.

Riferimenti bibliografici

PhD Matteo Cibelli, tutor Prof. Mauro Moresi; Co-tutors Emanuele Marconi, Dr. Alessio Cimini – Università della Tuscia, Viterbo