Antiossidanti naturali, estrazione da scarti della produzione castanicola

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Il castagno (Castanea sativa Mill.) è una coltura tipica delle foreste italiane, di considerevole importanza agroforestale ed economica. Tuttavia, la produzione castanicola, indirizzata alle industrie di trasformazione ed al consumo fresco, genera, ogni anno, una considerevole quantità di rifiuti agroforestali.

In questo contesto, scopo del presente studio è stato quello di analizzare estratti da ricci e bucce (esterne ed interne) di castagne (cultivar San Pietro) per rilevare la presenza di molecole bioattive, valutandone il potere antiossidante, al fine di esplorare il loro potenziale utilizzo come antiossidanti naturali. Per recuperare tali molecole, i rifiuti agroforestali sono stati estratti per 40 minuti con acqua alla temperatura di ebollizione.

Tutti i campioni sono stati analizzati per il loro contenuto totale di polifenoli, orto-difenoli, tannini e flavonoidi mediante saggi spettrofotometrici. Le proprietà antiossidanti degli estratti sono state valutate attraverso l’attività di scavenging del radicale DPPH ed attraverso il saggio FRAP (Ferric Reducing Antioxidant Power).

I risultati dimostrano che il contenuto di composti bioattivi varia nei diversi tessuti analizzati: le bucce interne sono le più ricche in polifenoli, seguite dai ricci e dalle bucce esterne. Di conseguenza, gli estratti di questi ultimi due rifiuti presentano un’attività antiossidante inferiore rispetto a quella rilevata nei campioni ottenuti dal primo rifiuto.

Concludendo, gli autori sostengono che gli scarti delle castagne, in particolare le bucce interne ed i ricci della cultivar analizzata, sono potenzialmente utilizzabili come biomassa per il recupero di sostanze ad alto valore aggiunto, quali i polifenoli, da impiegare come antiossidanti naturali.

Bibliografia, F.M. Vella et al., VII Convegno Nazionale sul Castagno, Pergine Valsugana (TN), 11-14 Giugno 2019, 248-249.