Richiami di prodotto per contaminazione da corpi estranei: la situazione in Europa

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Nel mondo globalizzato il settore alimentare deve far fronte alle richieste sempre più esigenti dei consumatori. I dati vanno nella direzione di un aumento del consumo di cibi pronti e confezionati, ma segnalano anche una crescente attenzione alla sicurezza e alla tracciabilità degli alimenti.

di Paul Lerigo, Marketing Manager, Divisione Ispezione Prodotti di Mettler-Toledo

La filiera alimentare deve quindi adattarsi al presente e saper anticipare il futuro. Anche se la sicurezza dei consumatori è sempre al primo posto, nel mondo si susseguono casi di intossicazioni alimentari, prodotti contaminati ed etichettature errate o fuorvianti, che ogni anno comportano costi elevati per i danni subiti dal brand o i richiami di prodotto.

Questi avvenimenti hanno spinto i governi a emendare i quadri normativi in materia e hanno dato un grande slancio al settore delle soluzioni per la verifica della sicurezza alimentare. Secondo le previsioni di MarketsandMarkets, importante società di ricerca B2B[1], il volume d’affari di questo segmento passerà da USD 17,0 miliardi nel 2018 a USD 24,6 miliardi nel 2023, con un tasso composto di crescita annuo del 7,7%.

In Europa, i rischi legati alla contaminazione alimentare e ai richiami di prodotto hanno portato nel 1979 alla nascita del sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi, noto anche come Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF). Lo scopo del RASFF è garantire un servizio costante a presidio della sicurezza alimentare, attraverso la condivisione delle informazioni tra i suoi componenti (autorità nazionali per la sicurezza alimentare degli Stati europei, Commissione europea, EFSA, ESA, Norvegia, Liechtenstein, Islanda e Svizzera). L’organizzazione porta avanti diverse iniziative, si occupa di pubblicare i richiami urgenti di prodotto e mette in atto misure efficienti e condivise per la sicurezza alimentare.

Della RASFF fa parte anche l’agenzia governativa inglese Food Standard Agency, che ha dichiarato pubblicamente di voler alzare la posta in gioco. Nel suo report “Incidents Resilience Annual Report”, pubblicato nel 2017/18, ha assunto un impegno ben preciso nei confronti dei consumatori: garantire il miglioramento continuo del settore, prevenire rischi inaccettabili per la salute umana e lavorare in sinergia con le aziende e gli enti locali.

I report annuali pubblicati dalla RASFF dal 2017 al 20192 gettano luce sull’entità e sulle caratteristiche della contaminazione dei prodotti nell’Eurozona. Il quadro che emerge è preoccupante: dal 2017 le notifiche sui rischi legati ad alimenti, mangimi o prodotti alimentari sono aumentate del 7%, mentre nel 2019 i prodotti più interessati sono stati la carne, la frutta e la verdura, gli alimenti dietetici e gli integratori. In questi due anni, è bene notare, sono aumentati del 15% anche gli avvisi secondari, che possono dare seguito a notifiche di allarme, notifiche di informazione, notifiche di respingimento alla frontiera o respingimenti delle notifiche. Non è detto che una notifica si risolva sempre con un richiamo di prodotto, ma una cosa è ormai certa: le aziende e i consumatori non sono più disposti a restare in silenzio quando sospettano che un prodotto non rispetti le normative in materia di sicurezza.

Secondo i report di RASFF, nel 2019 le cause principali delle violazioni sono stati gli errori di etichettatura, mentre la percentuale di notifiche e casi di contaminazione da corpi estranei è di fatto diminuita nel periodo preso in esame, segno probabile di un maggior rigore nelle verifiche della sicurezza alimentare.

Nello stesso anno, i contaminanti rivelati con maggiore frequenza sono stati metallo, vetro e plastica, presenti in genere nelle materie prime, nei prodotti macinati come cereali e farine, o nei prodotti elaborati, per i quali la contaminazione è avvenuta nella fase di produzione.

Sempre secondo le analisi di RASFF, nell’arco di questi due anni è stato comunque riscontrato un aumento significativo degli incidenti e delle allerte per contaminazioni accidentali o ambientali (da 17 nel 2018 a 21 nel 2019). Alcuni casi riguardavano il respingimento di un lotto di petti di tacchino congelati e aromatizzati al pepe, che sono risultati positivi ai batteri della salmonella, e il richiamo su larga scala di alcuni formaggi francesi contaminati dal batterio Listeria monocytogenes.

Conseguenze devastanti

I richiami di prodotto rappresentano un grande problema per le aziende alimentari. Ogni anno diversi alimenti vengono richiamati dal commercio per la presenza di contaminanti fisici, come vetro, pietre, metallo, osso, plastica ed effetti personali, e in generale, per i prodotti confezionati, si assiste anche a un aumento dei richiami dovuti a frodi alimentari, allergeni non dichiarati e contaminazione ambientale.

È una situazione che occorre risolvere al più presto, non solo per tutelare i consumatori da prodotti non conformi, ma anche per evitare pesanti conseguenze finanziarie per i produttori. Come tutti ben sanno, serve molto tempo per costruire e mantenere una buona reputazione, mentre una violazione della sicurezza alimentare può decretare subito il fallimento di un marchio.

Come evitare i richiami di prodotto

Gli errori di etichettatura possono essere evitati con le tecnologie di ispezione visiva, che consentono di espellere le etichette non conformi dopo la fase di confezionamento primaria. I richiami dovuti a contaminanti fisici sono invece più difficili da prevenire, per via del tipo di confezionamento, delle caratteristiche dei prodotti e delle aree ad alto rischio di contaminazione nelle linee produttive. Per evitare che un prodotto diventi un’altra statistica nel computo dei richiami, le aziende alimentari possono seguire una serie di procedure semplici ma efficaci.

  • Individuazione dei punti a rischio di contaminazione fisica

In quali punti della linea di produzione si può verificare una contaminazione fisica? Ad esempio nella lavorazione delle materie prime; nelle diverse fasi della produzione, per la presenza di pezzi rotti di strumenti o di effetti personali; oppure durante il confezionamento? Rispondere a queste domande ha un’importanza fondamentale.

  • Definizione dei punti critici di controllo

La predisposizione di un audit HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point) o HARPC (Hazard Analysis Risk-based Preventative Controls) permette di capire dove impostare i punti critici di controllo (CCP) all’interno della linea di produzione e di definire la tecnologia di ispezione necessaria per mitigare il rischio.

  • Scelta della tecnologia più adatta

L’installazione di un sistema di ispezione a raggi-X a monte della linea di produzione consente di rivelare frammenti ossei di grandi dimensioni in prodotti come la carne cruda, mentre un rivelatore di metalli integrato nei sistemi produttivi individua altri tipi di contaminanti, come i frammenti di macchinari. A valle della linea di confezionamento, il peso dei prodotti viene verificato con precisione da apposite tecnologie, mentre i sistemi di ispezione visiva controllano l’accuratezza delle etichette.

Le tecnologie di ispezione prodotti appena descritte non si limitano a queste operazioni, ma offrono molti altri vantaggi. Ad esempio, le soluzioni a raggi-X possono rivelare sia difetti di confezionamento sia la presenza di contaminanti fisici nelle diverse fasi della produzione.

  • Un investimento a prova di futuro

Per avere la certezza di investire nel futuro e scegliere le tecnologie di ispezione prodotti più efficaci, è necessario osservare le tendenze del settore, anticipare gli sviluppi futuri e prevedere le possibili conseguenze per gli stabilimenti aziendali. Con l’aumento della complessità dei prodotti in termini di applicazioni e confezionamento, i produttori devono tenere conto di svariati aspetti, come la gamma di prodotti e le confezioni, la produttività, l’ambiente e gli spazi dello stabilimento, i requisiti di sicurezza, la tracciabilità, l’automazione e l’implementazione di ulteriori verifiche per la sicurezza alimentare.

L’opinione pubblica e i legislatori tengono gli occhi puntati sulle aziende del settore alimentare, a ulteriore riprova del fatto che i richiami di prodotto sono un problema importante, con gravi conseguenze sulle attività produttive. Le aziende alimentari devono individuare le aree di rischio, porvi rimedio e agire per mitigare le conseguenze. E con le procedure appena descritte, hanno tutte le carte in regola per risolvere definitivamente il problema dei richiami di prodotto.

Riferimenti bibliografici

[1]https://www.marketsandmarkets.com/Market-Reports/food-safety-365.html

2 https://ec.europa.eu/food/safety/rasff_en