Nuova tecnologia per aumentare la produttività delle coltivazioni di microalghe

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ETH Zurich’s Sustainable Food Processing Laboratory ha messo a punto una nuova tecnologia in grado di aumentare del 17% la produttività delle coltivazioni di microalghe. I ricercatori hanno scoperto che i campi elettrici alternati ad alta intensità, oltre a consentire una crescita più rapida delle cellule, permettono l’estrazione di alcuni componenti proteici senza uccidere le alghe e senza sradicarle dal loro habitat.

La richiesta di microalghe autotrofe coltivate a fini alimentari è in forte crescita, ma le rese sono tuttora basse e non paragonabili a quelle di altre fonti tradizionali di nutrienti. I ricercatori utilizzano campi elettrici alternati ad alta intensità che, oltre a consentire una crescita più rapida delle cellule, permettono l’estrazione di alcuni componenti proteici senza uccidere le alghe e senza sradicarle dal loro habitat.

La richiesta di microalghe autotrofe coltivate a fini alimentari è in forte crescita, ma le rese sono tuttora basse e non paragonabili a quelle di altre fonti tradizionali di nutrienti. L’induzione abiotica dello stress subletale tramite il trattamento del campo elettrico pulsato ideato dai ricercatori svizzeri, sembrerebbe essere una delle vie percorribili per arrivare alla industrializzazione del processo. La coltivazione delle microalghe è sostenibile, perché crescono in acqua dolce, acqua salata, nelle acque reflue, al sole sfruttando la fotosintesi ed anche al buio.

Non richiedono terreni agricoli per crescere e sono uno dei primi anelli della catena alimentare. Sono inoltre ricche di proteine e di altri nutrienti, tra questi gli omega 3. Diverse ricerche di mercato ipotizzano che la richiesta di ingredienti a base di microalghe avrà un tasso medio di crescita annuo del 8,2% da qui al 2025 e, che nel 2026 le transazioni commerciali supereranno 1 miliardo di dollari.