Applicare l’essiccazione elettroidrodinamica su scala industriale

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Uno dei processi energeticamente più dispendiosi nell’industria della trasformazione alimentare è rappresentato dall’essiccazione, a causa dell’elevato calore richiesto per far evaporare l’acqua. L’essiccazione elettroidrodinamica (EHD) è una tecnologia alternativa ed estremamente promettente che potrebbe ridurre significativamente i consumi energetici legati a questo processo.

Si tratta di una metodologia non termica e altamente efficiente dal punto di vista energetico, che sfrutta un flusso d’aria, chiamato “vento ionico”, creato da uno flusso di corrente elettrica attraverso una coppia di elettrodi posti su lati opposti dell’alimento da essiccare. Il vento ionico asciuga gli alimenti più velocemente rispetto all’essiccazione convettiva convenzionale, grazie anche al calore generato dal processo.

La tecnologia offre tre vantaggi principali: la possibilità di estrarre l’acqua a temperatura ambiente, l’elevata efficienza energetica e un impatto ridotto sulla qualità del prodotto. Tuttavia, sebbene numerose pubblicazioni scientifiche riportino risultati incoraggianti, la EHD non è ancora stata commercializzata.

Un ostacolo importante in questo senso è la scalabilità, in particolare per le difficoltà di raggiungere un’essiccazione uniforme su grandi quantità di prodotto. Uno studio recentemente pubblicato su “Energy” ha proposto una diversa disposizione degli elettrodi che potrebbe risolvere questo problema riducendo ulteriormente il consumo energetico.

In questa soluzione, gli elettrodi sono disposti in una configurazione a maglia più facilmente scalabile che, secondo gli autori, “apre la strada a prototipi e impianti pilota industriali”. In aggiunta, questa metodologia ha permesso di ottenere un tasso di disidratazione simile a quello di un normale collettore a rete ma con un consumo energetico sette volte inferiore.