Le cortecce degli alberi sono la nuova arma contro il riscaldamento globale

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Il metano atmosferico è prodotto per il 40% da fonti naturali: zone umide e termitai (responsabili del 2% delle emissioni totali). Il restante 60% deriva dalle attività umane, (allevamenti intensivi, sfruttamento dei combustibili fossili, discariche, coltivazione del riso, combustione di biomasse). Rispetto alla anidride carbonica il metano intrappola una maggior quantità di calore e contribuisce per un terzo all’aumento della temperatura del Pianeta, pur rimanendo in atmosfera per soli dieci anni.

I ricercatori dell’Università di Birmingham hanno scoperto che le cellule microbiche che vivono sui tronchi degli alberi possono assorbire il metano e di conseguenza contrastare il cambiamento climatico. Sono state analizzate cortecce prelevate in tre diverse tipologie di foreste: tropicale, clima temperato, boreale degli altipiani. Altre misurazioni sono state effettuate in Amazzonia, Panama, nell’Oxofordshire (UK) e nelle foreste di conifere in Svezia.

I ricercatori hanno posto intorno ai tronchi una camera di plastica collegata a un rilevatore di metano che funziona con il metodo di scansione laser. Hanno scoperto che la base degli alberi emette piccole quantità di metano, ma salendo verso la cima dell’albero il processo si inverte e la pianta assorbe il metano atmosferico. Questa attività era più rilevante nelle foreste tropicali, dove le condizioni climatiche favoriscono il proliferare delle comunità microbiche.

Si è scoperto inoltre che le foreste contribuiscono nel contrasto alla crisi climatica almeno il 10% in più rispetto a quanto si riteneva fino a ora. Le cortecce immagazzinano 25-50 tonnellate di metano all’anno, una quantità pari a quella stoccata dal suolo, l’unico altro elemento naturale che svolge questa funzione. Calcolando l’area delle cortecce di tutti gli alberi presenti sulla Terra e mappando le superfici legnose fino al più piccolo dei ramoscelli, emerge una superficie pari a quella dell’intero Pianeta.

Studiare e potenziare questo sistema potrebbe aiutare a invertire il cambiamento climatico. Queste scoperte suggeriscono di selezionare, per il rimboschimento, le piante più efficienti nel sequestro di metano o di trovare tecniche per modificare la comunità microbica delle cortecce.