Lavare l’ortofrutta non basta

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I ricercatori hanno sviluppato un metodo avanzato basato sulla spettroscopia Raman potenziata da superficie (SERS) per rilevare la contaminazione da pesticidi sui prodotti agricoli. Utilizzando una membrana cosparsa di nanoparticelle d’argento, hanno identificato pesticidi a basse concentrazioni su mele e altri prodotti ortofrutticoli, anche dopo il lavaggio, suggerendo la necessità di sbucciare sempre frutta e verdura per ridurre il rischio di ingestione.

I ricercatori di Nano Letters ACS hanno sviluppato un metodo di imaging ad alta tecnologia per rilevare la contaminazione da pesticidi a bassi livelli e la sua applicazione ai frutti rivela l’insufficienza di alcune attuali pratiche di sicurezza alimentare. Le nanoparticelle metalliche o i nanofogli sono utilizzati per amplificare i segnali creati dalle molecole quando sono esposti a un raggio laser Raman.

I modelli creati dalla luce diffusa in metallo diventano firme molecolari utilizzabili per identificare piccole quantità di composti specifici. I ricercatori hanno prodotto un film di idrogel di cellulosa e lo hanno immerso in una soluzione di nitrato d’argento. Ne è risultata una membrana flessibile e trasparente utile per il rilevamento del segnale SERS. I ricercatori hanno spruzzato i pesticidi thiram e carbendazim, da soli o insieme, sulle mele, hanno essiccato i frutti e li hanno lavati secondo le pratiche quotidiane.

Posando la membrana sulle mele trattate SERS ha rilevato che il solo lavaggio non è sufficiente per prevenire l’ingestione di pesticidi. È quindi necessario pelare la frutta per rimuovere lo strato di buccia e polpa contaminati. La stessa sperimentazione è stata condotta su cetrioli, gamberetti, polvere di peperoncino e riso.

 

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