La produzione dei derivati industriali del pomodoro genera elevate quantità di scarti quali bucce, semi e residui di polpa che rappresentano circa il 7.0-7.5% della materia prima. Sebbene non abbiano valore commerciale, tali scarti rappresentano una fonte preziosa di sostanze bioattive (carotenoidi, antociani e flavonoidi) potenzialmente utilizzabili come ingredienti funzionali.
Tuttavia, l’estrazione di questi composti prevede l’impiego di solventi organici come esano, acetone, etere di petrolio. Pertanto, nel presente lavoro è stato valutato l’utilizzo di anidride carbonica (CO2) in forma supercritica e liquida, come tecnica di estrazione alternativa ed a minor impatto ambientale, per il recupero di ingredienti funzionali da scarti della lavorazione del pomodoro.
Gli estratti ottenuti da bucce, semi e cascami interi sono stati caratterizzati per valutare il quantitativo di carotenoidi, mediante saggio spettrofotometrico, di polifenoli totali (TPC), mediante saggio di Folin-Ciocâlteu, l’attività antiossidante (ABTS e DPPH), mediante saggi spettrofotometrici, e la composizione in acidi grassi, mediante GC-FID. I risultati dimostrano che tali estratti sono ricchi in licopene, β-carotene e polifenoli, presentano un elevato potere antiossidante e sono caratterizzati da rese estrattive elevate.
Inoltre, i campioni mostrano un elevato contenuto di acidi linoleico, oleico e palmitico, conferendo ad essi fluidità ed un basso punto di fusione. Concludendo, gli estratti ottenuti da scarti di lavorazione del pomodoro mediante l’impiego della CO2 possono essere utilizzati dall’industria alimentare come ingredienti nella formulazione di nuovi alimenti funzionali.
Riferimenti bibliografici: De Luca et al., Convegno Nazionale di Scienze e Tecnologie Alimentari, Bari, 12-13 Giugno 2024, 59.