Secondo l’AMERIPEN (American Institute for Packaging and Environment), circa il 20-25% degli sprechi alimentari potrebbe essere evitato utilizzando tecnologie di packaging avanzate, come ad esempio il packaging attivo o il packaging intelligente.
Il primo agisce interagendo con l’alimento e/o con lo spazio di testa della confezione, apportando effetti positivi sulla conservazione, ad esempio per effetto scavenging con rimozione di gas (ossigeno, vapore acqueo o anidride carbonica) o per rilascio di agenti antimicrobici in grado di controllare e inibire la crescita microbica. Il packaging intelligente invece è correlato alla capacità di monitorare lo stato del prodotto alimentare all’interno della confezione tramite sensori o indicatori.
Per realizzare packaging attivi e intelligenti, una tendenza attiva è rappresentata dall’utilizzo di micro e/o nanoparticelle metalliche incorporate come riempitivi (“fillers”) all’interno dei polimeri o come rivestimenti sulla loro superficie, a dare compositi polimero-metallo da usare come contenitori, sacchetti, ecc., in grado di migliorare il tempo di conservazione, la sicurezza e la qualità degli alimenti grazie.
In generale un materiale composito contiene dei componenti che hanno proprietà diverse e che vengono combinati per ottenere un materiale finale con caratteristiche superiori. I fillers più usati nei compositi polimerici sono:
- i materiali a base di carbonio, come il grafene, ecc.;
- gli ossidi metallici, come l’ossido di zinco, l’ossido di magnesio, ecc.;
- i riempitivi metallici sotto forma di micro/nanoparticelle, come il ferro, l’argento, il rame, ecc.
L’articolo completo uscirà sul prossimo numero della rivista Macchine Alimentari