 E’ stato presentato un piano per circoscrivere entro i prossimi cinque anni il problema della crescente resistenza microbica agli antibiotici. Il “National Action Plan for Combating Antibiotic-Resistant Bacteria” è il primo progetto che affronta la resistenza agli antibiotici in modo così ampio. E ‘stato redatto da un gruppo di lavoro formato dai Ministeri della salute, agricoltura e difesa. Gli obiettivi sono ridurre drasticamente i tassi delle infezioni più letali, investendo in nuovi strumenti diagnostici, in nuovi antibiotici, razionalizzando l’uso di questi ultimi, aumentando la sorveglianza sulle prescrizioni di farmaci veterinari e umani, promuovendo una crescente collaborazione internazionale attraverso i Ministeri degli esteri, sanità e l’Organizzazione mondiale della sanità.  Il piano prevede una riduzione del 50% delle infezioni da Clostridium difficilis, del 60% delle infezioni da Enterobacteriaceae (CRE – resistenti ai carbapenemi) e del 50% delle infezioni da Staphylococcus aureus (MRSA – meticillino-resistenti). Il piano sollecita FDA e USDA a porre dei limiti all’uso di antibiotici per favorire la crescita in animali allevati per il consumo umano, a rafforzare il monitoraggio sulla resistenza agli antibiotici, sulle vendite, l’uso e la gestione degli antibiotici nella filiera carni. Oggi il NAHMS (National Animal Health Monitoring System) di USDA raccoglie informazioni volontariamente fornite dalle aziende sull’uso e la comparsa di ceppi antibiotico resistenti presso le aziende. Questi dati non sono più sufficienti, entro il 2016 USDA dovrà presentare un piano per arrivare ad un monitoraggio più efficace.
E’ stato presentato un piano per circoscrivere entro i prossimi cinque anni il problema della crescente resistenza microbica agli antibiotici. Il “National Action Plan for Combating Antibiotic-Resistant Bacteria” è il primo progetto che affronta la resistenza agli antibiotici in modo così ampio. E ‘stato redatto da un gruppo di lavoro formato dai Ministeri della salute, agricoltura e difesa. Gli obiettivi sono ridurre drasticamente i tassi delle infezioni più letali, investendo in nuovi strumenti diagnostici, in nuovi antibiotici, razionalizzando l’uso di questi ultimi, aumentando la sorveglianza sulle prescrizioni di farmaci veterinari e umani, promuovendo una crescente collaborazione internazionale attraverso i Ministeri degli esteri, sanità e l’Organizzazione mondiale della sanità.  Il piano prevede una riduzione del 50% delle infezioni da Clostridium difficilis, del 60% delle infezioni da Enterobacteriaceae (CRE – resistenti ai carbapenemi) e del 50% delle infezioni da Staphylococcus aureus (MRSA – meticillino-resistenti). Il piano sollecita FDA e USDA a porre dei limiti all’uso di antibiotici per favorire la crescita in animali allevati per il consumo umano, a rafforzare il monitoraggio sulla resistenza agli antibiotici, sulle vendite, l’uso e la gestione degli antibiotici nella filiera carni. Oggi il NAHMS (National Animal Health Monitoring System) di USDA raccoglie informazioni volontariamente fornite dalle aziende sull’uso e la comparsa di ceppi antibiotico resistenti presso le aziende. Questi dati non sono più sufficienti, entro il 2016 USDA dovrà presentare un piano per arrivare ad un monitoraggio più efficace.
