Cercasi esperti in sicurezza alimentare

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Emerge come un problema alquanto trasversale per diversi settori produttivi la mancanza di personale toccando, quindi, anche le produzioni agro-alimentari. Non ho trovato numeri precisi sui posti di lavoro vacanti nel breve e medio periodo e la distinzione tra funzioni aziendali.

Sicuramente si sente dire manchino persone da inserire in ruoli più operativi di base, per cui a volte viene da pensare che le aziende non stiano cercando personale con competenze di elevato profilo nell’ambito delle produzioni e sicurezza alimentari o, forse, che la richiesta di questi profili non sia particolarmente alta.

Alcuni paesi, come Stati Uniti e Regno Unito, hanno cominciato a segnalare con urgenza la carenza di personale con specifica formazione nell’ambito della sicurezza alimentare, e la mia personale esperienza mi suggerisce che il problema riguardi anche l’Italia. Questa situazione porterà inevitabilmente a ripercussioni non trascurabili sul sistema e sulla sicurezza del sistema agro-alimentare se non si adotteranno opportune soluzioni e azioni di cambiamento.

La mancanza di forza lavoro competente per svolgere adeguatamente funzioni di controllo, valutazione, monitoraggio e prevenzione del rischio nella filiera agro-alimentare, in un sistema di approvvigionamento alimentare sempre più complesso e globale, porterà a un aumento del rischio di tossinfezioni e patologie legate al consumo di alimenti non sicuri, insieme alla perdita di fiducia dei consumatori verso l’industria alimentare. Negli USA si parla di una previsione per il periodo 2023-2033 di un aumento dell’8% nell’assunzione di laureati in scienze agrarie e alimentari (inclusi professionisti della sicurezza alimentare), con una domanda che sarà maggiore rispetto all’offerta.

Quindi perché permane una limitata attrattività dei percorsi di studio in scienze agrarie e alimentari verso gli studenti delle scuole superiori, specie dei licei? In parte la situazione non sembra molto cambiata rispetto a quando trent’anni fa scelsi di studiare scienze e tecnologie alimentari. Frequentavo l’ultimo anno di un liceo scientifico, avevo sempre pensato che avrei fatto l’ingegnere chimico come mio padre, ma poi cominciai ad avere dei dubbi.

La mia passione e il mio rapporto al tempo non troppo sereno con il cibo mi spinsero verso la laurea in scienze agrarie e mio padre (alpino-ingegnere) mi fece parlare con un suo amico (alpino-agronomo) il quale mi disse di dare un’occhiata anche al percorso di tecnologie alimentari e … fu amore a prima vista! Perciò sono convinta che con la giusta promozione molti altri si potrebbero innamorare come nel mio caso.

Non che le università e gli ordini professionali non stiano facendo nulla su questo fronte, anzi, ma c’è ancora ampio spazio per sviluppare azioni più concertate tra accademia, industria, enti governativi e i vari attori del sistema. Anche importanti atenei negli USA stanno lavorando per introdurre il tema delle professioni e carriere in ambito alimentare in maniera più efficace e con anticipo rispetto all’ultimo anno prima della scelta del percorso universitario.

È infatti dimostrato che gli studenti iniziano a formare i propri interessi e ambizioni di carriera già alle scuole medie e nei primi anni delle scuole superiori ed è un peccato che per molti (troppi) le lauree in scienze e tecnologie alimentari siano ancora sconosciute o, ancora peggio, non propriamente capite.

Giorgia Spigno

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