Packaging attivo: obiettivo, aumentare la qualità degli alimenti

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La freschezza degli alimenti confezionati come frutta, verdura, latticini e carne può essere prolungata con diverse strategie, tra le quali il packaging attivo rappresenta il settore tecnologicamente più avanzato.

Cosa s’intende per “packaging attivo”? Contrariamente agli imballaggi tradizionali che sono solo involucri inerti per il prodotto alimentare e che prevedono l’utilizzo di conservanti, gli imballaggi attivi contengono agenti “attivi” che interagiscono con gli alimenti e agiscono “attivamente” sulle condizioni esistenti all’interno delle confezioni, controllando e, se necessario, modificando i parametri microbiologici, i processi fisiologici, le reazioni chimiche e le proprietà sensoriali, con l’obiettivo di estendere la durata di conservazione ed aumentare la qualità dei prodotti alimentari.

Gli agenti attivi sono sostanze antimicrobiche, antiossidanti, assorbitori di anidride carbonica, ecc., presenti sotto forma di rivestimento oppure incorporati nel materiale da imballaggio oppure inseriti in piccoli sacchetti posti all’interno della confezione. Un’ampia rassegna scritta da ricercatori indiani (N. Yadav et al., 2024) ha raccolto le tecnologie più avanzate nel campo del packaging attivo. Queste tecnologie si distinguono in due grandi categorie, di seguito descritte: quelle che agiscono in modalità di assorbimento di sostanze la cui presenza è negativa per la qualità degli alimenti (umidità, ossigeno ed etilene) e quelle che rilasciano sostanze che prolungano la durata di conservazione (anidride carbonica, antimicrobici e antiossidanti).

Packaging attivi con proprietà assorbenti

La riduzione di umidità, ossigeno ed etilene all’interno delle confezioni alimentari è di fondamentale importanza per prolungare la qualità degli alimenti.

Assorbimento di umidità

Il più semplice assorbitore di umidità è il sale da cucina. È noto che gli alimenti più deperibili sono quelli che contengono un alto tasso di umidità. In cima alla classifica troviamo frutta, verdura e pesce, seguiti da prodotti da forno, pane, torte, biscotti, pizza, pasta e formaggio, per finire con tutti i cibi secchi (frutta secca, caffè, ecc.) che hanno un basso contenuto di umidità.

Gli agenti attivi utilizzati per l’assorbimento dell’umidità sono sostanze con proprietà essiccanti, dal comune sale da cucina (il cloruro di sodio) all’ossido di calcio, al cloruro di calcio e al sale sodico dell’acido poliacrilico:

  • cloruro di sodio: com’è noto, il sale da cucina è igroscopico, cioè assorbe facilmente l’umidità dall’ambiente circostante, tant’è che da sempre viene usato per la conservazione degli alimenti. Il cloruro di sodio viene usato per il confezionamento attivo dei pomodori in vaschette di polietilene termoformato, che contengono cloruro di sodio al 12 %. Questo tipo di imballaggio consente di assorbire una quantità di umidità quasi doppia rispetto alle vaschette di polietilene prive di cloruro di sodio;
  • miscela di ossido di calcio, cloruro di calcio e sorbitolo: i contenitori in plastica contenenti questa miscela in proporzione di 0.5:0.26:0.24 (rapporti relativi di ossido di calcio, cloruro di calcio e sorbitolo) sono efficaci per il confezionamento dei funghi, che contengono il 96% di umidità relativa;
  • sale sodico dell’acido poliacrilico (SAP): questo essiccante in forma di particelle fini e posto in sacchetti traspiranti è usato per la conservazione del mais fresco, che ha un contenuto di umidità del 32%. Il SAP è un essiccante economico perché ne basta una piccola quantità per mantenere il mais in condizioni anidre.

Puoi leggere il resto dell’articolo sul prossimo numero (Ottobre) della rivista Macchine Alimentari

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